Alla scoperta del “grande dimenticato”. Nella parabola del figliol prodigo(Lc. 15, 11-32) “Padre dammi la parte dei beni che mi spetta”. Parte prima.
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  …E il padre divise tra i figli i suoi beni. Pochi giorni dopo il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, se ne partì per un paese lontano e là scialacquò tutto il patrimonio, vivendo dissolutamente……. . Cominciò a sentire la miseria…”mi alzerò e andrò da mio padre e gli dirò…  non sono degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi mercenari…
Al primo vedersi il Padre davanti, non si raccapezzò più, sentendosi annullare lo schema comportamentale, preparato con tanta cura sui campi della desolazione. Il figliol prodigo deve aver fatto appena in tempo solo ad accorgersi dell’apparire improvviso, su quella strada deserta, della figura di suo padre. Se lo vide davanti solo allora, benché gli fosse stato presente, in maniera invisibile, anche quando si era abbandonato alle dissolutezze, anche durante il tempo della fame e del disorientamento e, infine, anche in quello della squallida convivenza con i detestati”animali immondi”.
Riuscì solo a dire, chissà con quale voce roca, strozzata da depressione, pena e stupore: ”Padre ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”(Lc. 15, 21) L’altro spezzone della sua confessione “trattami come uno dei tuoi garzoni” gli morì sulle labbra.
Il miserabile, da tempo, non aveva inteso più parlare che di garzoni, cioè di schiavi, che, nel suo caso erano trattati con tale disprezzo, da concedere loro solo un tozzo di pane, con divieto assoluto di rubare una semplice carruba ai porci al pascolo. Questi animali, demonizzati dal mondo ebraico, valevano più di essi…più di lui!

  Come si fa a non rendersi conto di queste meraviglie dell’amore paterno di Dio, appena velato dalla parabola più toccante dell’evangelista Luca ”scriba mansuetudinis Chisti”?
Come si fa a non commuoversi nel riconoscere ciascuno di noi in quel giovane incosciente, che aveva sperato di trovarsi meglio, lontano dal Padre e aveva finito di rovinare se stesso?
Gesù lo sa che questa stolta capacità c’è in ogni uomo. E può accadere che molti, se non proprio tutti, si arrivi a quello sbocco disastroso!
Ma il Padre, diceLui, non abbandonerà mai neppure chi lo abbandona: non può farlo……
 



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