Oggi Gesù invita ogni fedele e l’intera comunità a mettere in atto tutti i mezzi per recuperare il fratello o la sorella che ha sbagliato. Non manchi mai nella correzione fraterna il sostegno della preghiera che ci dona la forza dello Spirito Santo.

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  Nella prima lettura della liturgia odierna viene proposto un brano di Ezechiele. Era di stirpe sacerdotale, fu condotto a Babilonia, nella deportazione del 597, insieme alla moglie che gli morì nove anni dopo. Forse all’età di trent’anni, cominciò il suo ministero profetico. Egli deve ammonire gli empi perché si convertano (dal libro del profeta Ezechiele 33, 7-9): Così dice il Signore: ”Figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia: Se io dico all’empio: empio, tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te: Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità, tu invece sarai salvo.
  O Signore GESÙ, fa che non cadiamo nella tentazione di rendere pubbliche le colpe dei nostri fratelli, ma che impariamo ad ammonirli con vero spirito costruttivo e caritatevole, per far rifulgere il tuo perdono (n.g. )
 



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