dove la folla, entusiasta per i miracoli compiuti da Gesù, è in cerca di Lui, che forse era andato verso Cafarnao:
“..lo trovarono di là dal mare e gli dissero: Rabbì, quando sei venuto qua?.
Gesù rispose loro:
In verità in verità vi dico: voi mi avete cercato non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quel pane e vi siete saziati.
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.
Perché su di lui, il Padre, Dio ha messo il suo sigillo”.
Anziché attardarsi a rispondere alla curiosità della gente, Gesù contrappone al cibo materiale per il corpo, che Egli aveva moltiplicato nel deserto, un cibo spirituale per l’anima, capace di dare la vita eterna.
“ Quale segno tu compi perchè vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: diede loro da mangiare un pane dal cielo”.
Rispose loro Gesù:
“ In verità in verità vi dico non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero:
“ Signore dacci sempre questo pane”.
Gesù rispose loro:
Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,mai!”.
La richiesta della gente, benché fatta in forma rispettosa, non esprimeva fede.
Anche per noi credere in qualcosa che non è quantificabile con i nostri occhi, è problematico; e prendono in noi possesso i dubbi, le incertezze, l’incredulità.
Abbiamo bisogno di rinnovare continuamente il nostro atto di fede.
“ Io credo in te Signore!
Non ti vedo con i miei occhi, ma ti adoro nascosto in quell’ostia;
ho bisogno di questo nutrimento.
Grazie Signore di questo dono incommensurabile dell’ Eucaristia.
Fonte: www.viedellospirito.it
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