Siamo, con la Liturgia, alla XVIII domenica del tempo ordinario.
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 In questi giorni di ferie, di caldo, di sfogo alla ricerca di un po’ di relax, la Chiesa non dice mai: accorciamo la S.Messa, omettendo la prima parte- ascolto della parola di Dio. Non è possibile privarsi dell’alimento della Parola di Dio. E’ indispensabile per la nostra vita spirituale. Il tema litugico è la premura di Gesù nel convincere i suoi interlocutori, che il pane di cui parla-che dà la vita- è il suo stesso corpo e chi ne mangia vivrà in eterno. Guarda con quanta tecnica e pazienza porta avanti questo grande insegnamento; e la gente, al tempo di Gesù, ha le stesse reazioni nostre: “..questo discorso è troppo duro, incomprensibile per noi…”. Eh s’, vorremmo capire il mistero e rimaniamo smarriti. Anche i Giudei si misero un giorno a discutere fra loro: “..come può costui darci la sua carne da mangiare? “. Gesù disse: “ …chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui..” . E’ vitale per i seguaci di Cristo accettare questa grande promessa e realtà del Messia. Oggi la prima lettura è presa dal libro del profeta Isaia che assicura come Dio promette al suo popolo il cibo materiale ma soprattutto il cibo spirituale del suo immenso amore. Secoli prima di Cristo già si prefigurava questo pane di vita! Noi siamo i depositari e possiamo usufruire di questa stupenda realtà e nutrirci con il pane di vita. Ma anche per noi quanta incredulità e indifferenza. C’è una frase popolare che denota tutta la nostra apatia e superficialità, quando diciamo:”.. sono andato in Chiesa, alla Messa, ed ho preso l’ostia…”. Nutrirsi del corpo di Cristo non è un atto simbolico, ma deve essere un profondo atto di fede nella presenza del corspo di Cristo sotto le specie eucaristiche. E’ un atto così essenziale, vero nutrimento dell’anima, che va preceduto, come ci insegna la Liturgia, da una purificazione dell’anima e da una predisposizione di raccoglimento e convinzione che è Lui, che si fa cibo della tua anima, ti nutre, ti sostiene, ti dà forza. Cerca, anche se ti costa a volte un po’ di sacrificio, di essere puntuale alla celebrazione del banchetto eucaristico; potrai insieme al celebrante, chiedere perdono dei tuoi peccati, purificando la tua anima. Per il sacerdote è una esigenza, tanto che all’offertorio, prima di trattare le cose sacre, si lava simbolicamente le mani e fa questa stupenda invocazione: Lavami Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato..” . Prova a ripetere anche tu questa preghiera al momento che ti ciberai del pane eucaristico. Gusterai la sensazione che il Cristo è nel tuo cuore e con Lui non temerai più nulla. Fonte: www.viedellospirito.it  

 

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