Continua l’insegnamento del Cristo, tramite le parabole. Nella Liturgia odierna viene presentata la parabola della zizzania e del buon grano, che si riferisce alla società umana nel suo insieme
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 La parola “ zizzania” ci è pervenuta solo attraverso i Vangeli, derivata da una radice semitica; è il loglio( dagli effetti narcotici) il cui germoglio non si distingue dal frumento. “ Il regno dei cieli è simile ad un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altra crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”. Quanto senso pratico, nelle parole del Maestro: alla mietitura, risultando le spighe di grano più alte, sarà relativamente facile mieterlo separatamente. La nascosta seminagione del loglio, per danneggiare il raccolto di un nemico, non costituiva una ipotesi astratta, in quanto anzi rientrava tra i delitti contemplati dalla legge romana. Quando rientrarono a casa i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli:” spiegaci la parabola della zizzania nel campo”. Ed egli rispose: “ Colui che semina il seme buono è il Figlio dell’ uomo: Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo”. Grande insegnamento da questa parabola, per noi! La lotta tra il bene e il male è perenne. Dove semina Dio, semina anche satana. Il male e il bene convivono anche nella Chiesa ed ecco le parole di Gesù: “bisogna avere pazienza, sopportare la presenza del male e attendere la mietitura finale, avere fiducia nel piccolo granello di senape..”. La grande virtù della pazienza, come viene esercitata da ciascuno di noi? Nel mondo di oggi, frenetico, convulso, parlare di calma, pazienza, sembra quasi anacronistico.. Il nervosismo che alloggia nel nostro cuore, ci porta a voler risolvere tutto e subito. E lo stesso atteggiamento lo abbiamo nei confronti di Dio. Preghiamo, chiediamo grazie, vorremmo subito essere esauditi e addirittura indichiamo noi, al Signore, la soluzione. Mentre i tempi di Dio sono e saranno sempre per noi misteriosi. E nel campo pratico quotidiano? Se sei genitore, ti sembra impossibile usare pazienza, verso i problemi che creano i figli. Se sei dipendente, non accetti con pazienza, le disposizioni, discutibili, del tuo superiore. Se hai tanti problemi da risolvere, affrontarli con pazienza, ti sembra ridicolo, assurdo. Guarda con realismo e pazienza i tuoi difetti, non scoraggiarti dei limiti che hai. Siamo un popolo di non perfetti. Viviamo liberi, perché amati. Compassionevoli, perché perdonati. PAZIENTI,perché il padrone dell’universo sa cosa succede nel suo campo. Fonte: www.viedellospirito.it  

 

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