Dopo i fatti di Cesarea di Filippo, con la proclamazione della divinità di Gesù e con il preannuncio della Sua passione, il Cristo prosegue a intensificare la illuminazione e la formazione dei suoi Apostoli, mentre oramai siamo nell’estate del secondo anno della vita pubblica. Prende con sé Pietro, Giacomo; Giovanni. Sono i tre che già aveva ammesso privilegiatamente a presenziare alla risurrezione della figlia di Giairo e che ammetterà all’agonia dell’Orto del Getsemani. Di essi Pietro doveva essere il capo della Chiesa; Giacomo, il primo apostolo martire; Giovanni, l’apostolo prediletto, l’ultimo superstite dei dodici, con cui doveva chiudere la rivelazione. Condusse i tre su un alto monte. Fin dal III secolo la tradizione lo identifica con il Tabor, che si innalza isolato e conico a 562 metri, circa 10 chilometri ad est di Nazaret. Dalla sua vetta maestosa, si domina un vastissimo panorama, dal mediterraneo a tutta la pianura di Galilea. E’ distante, in linea d’aria, 70 chilometri da Cesarea di Filippo; percorso che coprirono in sei giorni. Gesù abbandonò visibilmente le qualità del corpo mortale per assumere quelle del corpo glorioso. La manifestazione dovette essere impressionante, poiché il fatto avvenne forse quando era ancora notte, tra il giorno dell’arrivo e quello della discesa. La trasfigurazione avvenne mentre Gesù pregava e, i tre, dormivano. Allora si svegliarono e videro. “..ed ecco una voce dalla nube che diceva:” Questi è il figlio mio, l’amato; in lui ho posto il mio compiacimento: Ascoltatelo”. Il godimento paradisiaco dura pochi istanti; poi ridiscendono dal monte insieme a Gesù, perché adesso c’è da percorrere la via della croce. Soltanto così si arriva alla meta luminosa. Non illudiamoci, è anche il nostro percorso. Ma quanto è indispensabile, nel buio della nostra vita quotidiana, quella luce della fede che ricevemmo il giorno del battesimo. Anche se flebile, riuscirà ad illuminare i nostri passi, sulla via della salvezza. Le premure che Gesù ebbe per i suoi amici, sono garantite anche per me, per te. E ci ripete ancora una volta,”..beati voi, che non vedendo con i vostri occhi, credete sulla mia parola; sarà grande la vostra ricompensa nei cieli::”. Signore, stammi vicino. Io non riesco ad avere una fede indomita. Mi sento simile agli apostoli, nelle loro titubanze, incertezze, paure… Aiutami a ripetere: Non ti vedo, ma credo sulla tua parola. Fonte: www.viedellospirito.it |