I Farisei che avevano affrontato Gesù. contestandogli l’autorità di agire come agiva, dopo le staffilate ricevute con le parabole, erano pieni di odio, dovendosi ritirare sconfitti.
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 Tornano però all’attacco per strappargli delle dichiarazioni pubbliche compromettenti, che permettessero loro di accusarlo di fronte alla autorità romana; e lo fanno per interposta persona. “ Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque dì a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: Ipocriti, perché volete mettermi alla prova?”. Il tributo a Cesare; l’imperatore aveva imposto il pagamento di un denaro d’argento( quasi una lira oro ) a testa. Se Gesù avesse detto di no, avrebbero avuto ben ragione di denunciarlo al procuratore romano. Se avesse detto di si, cioè che era lecito, risultava sostenitore della odiata soggezione allo straniero pagano, ed avrebbe perduto il favore che aveva nel popolo. “ Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: Questa immagini e l’iscrizione, di chi sono? Gli risposero: di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Anche questa volta siamo chiamati in causa direttamente. Il nostro attaccamento istintivo al denaro, è evidente. Lo nascondiamo con i soliti nostri argomenti…io non faccio parte della categoria dei ricchi, dei benestanti…non ho denaro in avanzo e qui9ndi non posso fare elemosina. .avrei tanti programmi, ma dovrei vincere alla lotteria.. e allora forse potrei fare una piccola elemosina, simbolica beneficenza, ma non troppo perché poi ho paura che non bastino nemmeno a me, e rischierei di ritornare in miseria…anzi sto notando che quello che finalmente possiedo, nemmeno mi basta per i miei programmi… E vengo avvolto dalla spirale del sospetto, dall’ansia di avere di più. Di più, dall’indifferenza verso chi muore di fame… e subito una nuova giustificazione… “ ci deve pensare lo Stato, la istituzioni, chi ha grandi possibilità… “. Tutto a posto? Non senti la coscienza che ti tormenta, perché sai benissimo quello che potresti e dovresti fare? E la tua ipotetica felicità? E tra te e il tuo fratello che muore di fame, il tuo atteggiamento ti rende tranquillo, sereno? Signore mio, il tuo insegnamento è quasi sempre duro a mettere in pratica. Mi ostino a rimanere nelle mie posizioni e giustificazioni ma devo riconoscere che non sono sereno. Dammi la forza di provare, una volta, a venire in aiuto a Te, raffigurato nel fratello bisognoso. Proverei una gioia indescrivibile e la mia offerta verrebbe centuplicata da Te, in benefici e grazie, irraggiungibili con il denaro.

Fonte: www.viedellospirito.it  

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