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di Giacomo
Mazzuoli |
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Veio - Le Necropoli |
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Particolare
della parete affrescata della Tomba delle Anatre,
la più antica
tomba dipinta etrusca
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Tutt'intorno al pianoro dell'acropoli erano disseminate le
necropoli veienti, che nella prima età del Ferro sembrano
prediligere i versanti settentrionale e meridionale, da porsi in
probabile collegamento con almeno due più antichi nuclei abitativi (IX-VIII
secolo a.C.): sepolcreti erano infatti ai Quattro Fontanili,
Grotta Gramiccia, Casale del Fosso e Valle La Fata.
Una più diffusa, e del resto naturale, estensione territoriale delle
aree cimiteriali veienti si profila sul finire dell'VIII secolo a.C.
(principalmente Monte Michele, Monte Campanile,
Macchia della Comunità, Picazzano, Riserva del Bagno).
Le tipologie, e le modalità sepolcrali rientrano nella prassi tipica del
periodo villanoviano, con la deposizione delle ceneri nel vaso
biconico in impasto, coperto da una ciotola o da un elmo fittile,
raramente di bronzo, con pochi oggetti di ornamento personale che di
solito si rinvengono fra le ossa degli incinerati.
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Ricostruzione
degli affreschi della tomba Campana (1)
Le
scene ritraggono, nei due quadri di sinistra, rispettivamente una
pantera dalla pelliccia maculata e un personaggio a cavallo fra
elementi vegetali, nonchè una pantera grande, una più piccola e un
cane.
Nei due quadri di destra figurano rispettivamente un altro
personaggio maschile in perizoma che regge un'ascia bipenne, un
secondo personaggio che trattiene per le redini un equino montato da
un cavaliere e che porta sui quarti posteriori una pantera
accovacciata, mentre nel campo sottostante compaiono una sfinge, un
leone e un cerbiatto.
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Ricostruzione
degli affreschi della tomba Campana (1)
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Ceramiche
rinvenute presso le necropoli di Veio (2)
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L'adozione delle tombe a camera, secondo una prassi che
contemporaneamente diviene invalsa negli altri centri dell'Etruria
meridionale a partire dalla prima metà del VII secolo a.C. (periodo
Orientalizzante), sembra da situarsi più precocemente già alla fine
dell'VIII secolo a.C. Non è un caso che proprio a Veio faccia la sua
precoce comparsa la tomba a camera affrescata, seppur con semplici
apporti di ispirazione geometrica (Tomba delle Anatre, circa
680-670 a.C.), che di questa categoria costituisce in Etruria
l'esempio più antico. L'altro ipogeo affrescato rinvenuto a Veio,
sia pur in precarie condizioni, è la Tomba Campana con un
apparato decorativo di ispirazione orientalizzante che viene
considerato il più notevole ciclo pittorico figurato di quella fase.
La Tomba delle Anatre, in località Riserva del Bagno, è così
chiamata dal soggetto animalistico rappresentato il sepolcro è ad
ambiente unico con soffitto a quadruplice falda, anch'esso
affrescato. Sulle pareti, al di sopra di uno zoccolo colorato, sono
stilizzatamente rappresentati i cinque volatili in fila, secondo la
tecnica della silhouette.
La Tomba Campana è stata rinvenuta alla metà dell'Ottocento da
Augusto Campana nella necropoli di Monte Michele: si
tratta di un tumulo all'interno del quale furono ricavate due camere
poste sullo stesso asse. Altri due ambienti affacciavano
direttamente dal dromos, quest'ultimo tagliato nella roccia a
cielo aperto. Sia all'ingresso del dromos che della prima
camera funeraria erano stati collocati due leoni funerari in pietra
a guardia del sepolcro.
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(1) Ricostruzione curata dalla Scuola Media Statale "R. Fucini" di Piombino,
e l' Associazione Archeologica Piombinese
http://www.bancarellaweb.it/archeopiombino/esperienza5.htm
(2) Museo di Villa Giulia, Roma
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