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Cerveteri (Necropoli di Monte Abatone) |
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Come si arriva
Raggiungibile percorrendo un tratto della strada provinciale Settevene
Palo (uscita da Cerveteri, direzione Bracciano, altezza bivio di Ceri),
la necropoli di Monte Abatone e Monte Abatoncino è assai più estesa
della necropoli della Banditaccia, anche se meno conosciuta in quanto
non accessibile al pubblico.
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L’insediamento, attivo dal VII al III secolo a.C., fu
riportato in parte alla luce durante i primi scavi della seconda
metà del 1800 e, successivamente ampliato con gli interventi di
recupero del 1944. Oggi si presenta ancora diversamente; grazie alle
opere di ripristino del territorio per il giubileo sono state
recuperate sporadiche decorazioni parietali e scoperti nuovi nuclei
tombali (circa 100) di modeste dimensioni risalenti ai secoli IV e
III a.C. che non differiscono molto, né per planimetria, né per i
corredi funebri in essi rinvenuti, da quelli della necropoli della
Banditaccia. Assumono senza dubbio un’importanza predominante le
tombe di VII sec. che mostrano una planimetria tutta particolare e
originalissima. Gli esempi più significativi sono rappresentati dal
Tumulo Campana e dalla Tomba Torlonia.
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Camera di sinistra
del Tumulo Campana, nella necropoli di Monte Abatone
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Il Tumulo Campana
Scoperto alla metà del 1800 durante il corso degli scavi diretti dal
Prof. Giampiero Campana, si trova all’estremità occidentale del pianoro
che lo ospita e supera i 30 m di diametro. Sulla crepidìne sono stati
aperti posteriormente due ingressi, ambedue rivolti a nord-ovest, ma a
diversi livelli. La tomba superiore, più recente (575-525 a.C.),
presenta una camera centrale, dalla quale si accede ad un’altra più
piccola posta sul lato sinistro. La tomba più antica invece, consta di
un corridoio scoperto, in fondo al quale si aprono una camera centrale
(m 10 x 5) e due laterali simmetriche (m 7.50 x 4). Benché danneggiata
dai primi restauri, è fra le più caratteristiche del VII secolo per la
cura con cui sono stati intagliati i particolari delle decorazioni e
delle cline.
Delle porte arcuate introducono alle altre camere: la camera laterale a
destra presenta una bassa banchina nella quale era compreso, nella
parete di fondo, un letto con zampe a rilievo; la camera a sinistra,
sfondata in un angolo dalla camera centrale del sepolcro più recente,
manifesta dietro a una cline una banchina sulla quale sono disposti,
realizzati a tutto tondo, tre ceste che forse sono simbolo di abbondanza
in quanto in esse venivano posti i prodotti della terra; il soffitto
piano è realizzato a travicelli equidistanti che si appoggiano a un
architrave perpendicolare, sovrastante il letto di fondo.
La camera centrale è decorata nelle pareti laterali da una coppia di
paraste equidistanti che dividono le pareti e il soffitto in più parti;
nella prima parte il soffitto presenta una decorazione a travicelli
radiali, disposti a semicerchio intorno a un disco; nelle altre, invece,
i soffitti sono a semplici spioventi rispetto a un trave centrale. Ai
due angoli del primo ambiente si trovano a sinistra un cesto, a destra
un’ara. La parete di fondo era occupata da due letti laterali,
distrutti, e da una banchina orizzontale che correva lungo tutta la
parete, destinata ad accogliere il cospicuo corredo funerario
interamente perduto.
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La Tomba Torlonia
Scoperta nel 1943, la tomba risulta inclusa in un grandioso tumulo.
Presenta un ingresso monumentale cui si accede mediante un corridoio
in piano: una prima porta, fiancheggiata da due pilastri tuscanici,
immette in una sorta di cortile lungo 10 m, leggermente
trapezoidale, la cui parete di fondo presenta un ambiente coperto,
delimitato ancora da due pilastri tuscanici, con un’edicola centrale
fornita di finta porta e sedili ai lati formati da una stretta
banchina. Si tratta di un monumento esterno, dedicato forse a culti
funerari, che segnala al contempo l’esistenza della tomba
sottostante, il cui ingresso si apre a quattro metri di profondità.
A esso si giunge scendendo una scalinata posta al centro del
cortile. Introduce la tomba un piccolo atrio, ai cui lati si trovano
due letti, con il tetto displuviato e il trave centrale
perpendicolare all’asse dell’intera tomba.
Si accede quindi alla grande camera sepolcrale, un dromos lungo 8 m e
largo 2, con le pareti e il soffitto displuviato a travi intonacati
di bianco. Le pareti risultano articolate da tre ambienti per parte
rettangolari ( m 3.30 x 2.30 ), separati da setti che in facciata
terminano con un pilastro tuscanico. Ognuno degli ambienti, che non
ha intonaco sulle pareti, contiene tre letti biposto e un loculo
sopraelevato: doveva contenere in totale 10 salme. La parete di
fondo presenta un apparato scenografico assai simile alla tomba
dell’Alcova ( tombe del Comune, ubicate lungo la via sepolcrale che
conduce alla zona recinto della necropoli della Banditaccia),
l’ampia apertura centrale, delimitata da pilastri e apertura
finestrate, immette in una cameretta rettangolare (m 3.50 x 1.90),
con tetto piano circondato da cornice modanata; il centro è occupato
da un letto nuziale con le zampe a pilastrino fornito di base
modanata e capitello di tipo ionico nella testata.
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