La peculiarità più evidente del vangelo di
Luca è l’interesse verso la figura della madre di Gesù. Basta aprire il
suo scritto, per imbattersi subito sull’episodio indimenticabile
dell’annunzio dell’angelo a Maria, presentato in tutti i suoi
particolari più significativi.
Segue la visita alla lontana parente di Ain Karin, Elisabetta, per
giungere al racconto della nascita di Cristo in Betlem.
Tutto materiale trattato con edificante adesione a quanto ha saputo dai
protagonisti diretti, soffuso di candore e devozione profonda verso il
mistero della incarnazione e di venerazione delicata per la donna che
resta sempre al centro della sua trama narrativa.
Anche Matteo si è interessato a Maria, quando ha raccontato “come
avvenne la nascita di Gesù Cristo” (Mt. 1, 18). Ma nel suo dettato
si percepisce un certo prevalere della figura di Giuseppe: Matteo è un
levita e deve preoccuparsi della nota suscettibilità ebraica, e tenere
da parte la donna.
Luca è un ellenista e può parlare di colei che ha generato il Salvatore,
dopo che “lo spirito è sceso su di lei, mentre la invadeva con la sua
ombra la potenza dell’altissimo (cf. Lc1, 35).
Ci ha conservato perfino il cantico nel quale la Vergine esprime i suoi
sentimenti più elevati della sua preghiera: il MAGNIFICAT.
E’ in questo cantico che Luca trascrive quella frase citata recentemente
da una pastora valdese, per dichiarare Maria, la prima e più grande
profetessa del Nuovo Testamento: ”d’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata” (Lc. 1, 48.
Seguono i racconti della nascita, della presentazione al tempio, del
ritrovamento del fanciullo fra i rabbini, che la liturgia non si stanca
mai di presentare alla comunità dei credenti.
Luca non dirà nulla sulla presenza della vergine sotto la croce, mentre
ricorderà le pie donne presenti al calvario, le quali, il giorno
appresso, avrebbero allestito l’occorrente per la sua inumazione, con un
trattamento dignitoso della salma del Maestro.
Supplirà in maniera molto apprezzata dai secoli cristiani, quando nel
suo secondo scritto “gli atti degli apostoli”, racconterà la
nascita della chiesa costituita dai tre gruppi, apostoli, discepoli e
pie donne, radunati nell’attesa della discesa dello Spirito
Santo”assidui e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e con
Maria la madre di Gesù (At. 1, 14)
Chi insiste nel dire che il vangelo ci ha conservato troppo poco sulla
Santa Vergine forse tiene conto più della quantità del materiale
trasmesso , che della qualità e densità dei contenuti. Le pagine
ispirate di Luca testimoniano la profonda venerazione del popolo
cristiano verso la madre di Cristo.
Dovremmo essere sempre grati al pio medico antiocheno, il quale con una
sensibilità da reporter moderno, ci ha conservato il lieto annuncio, dal
cantico degli angeli sulla grotta di Betlem, fino al calvario, e alla
Pentecoste.
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