In questa ultima domenica di Settembre la Liturgia ci presenta ancora l’insofferenza e il disgusto del Cristo di fronte alla ambiguità o falsità.
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E racconta l’ennesima parabola, di immediata comprensione.

 

Il testo di Matteo(21,28-32) dice: “..un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: figlio, va oggi a lavorare nella vigna; ed egli rispose: Si Signore; ma non ci andò.

Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso; ed egli rispose: non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.

Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Dicono: l’ultimo”.

 

La volontà del Padre va compiuta con i fatti e non con le parole; le dichiarazioni di intenti non bastano.

Per quelli che, pentiti, ritrovano la strada della giustizia, ci saranno i primi posti.

 

La condotta ideale è quella del figlio che dice “si” e va nella vigna.

E’ l’immagine di Gesù e di ogni vero discepolo.

 

Nei tre anni di vita pubblica il Messia ha avuto sempre a che fare con i Farisei, i Sadducei, gli anziani del popolo; gente per Lui di nessun affidamento, perché falsa.

 

“ E Gesù disse loro:” in verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”.

 

Sferzata più scottante e meritata Gesù non poteva dare a quegli orgogliosi Farisei, avendo contrapposto a loro il peggio della società di allora.

 

Ed erano inescusabili perché avevano respinto gli esempi di conversione.

 

Anche nel nostro gergo popolare avere il titolo di falso, è la più grande squalifica.

 

 Ma quante volte, per i nostri interessi, le nostre comodità, le nostre insoddisfazioni,mettiamo in secondo piano la verità!

 

Prova anche tu a liberarti dall’orgoglio di crederti sempre giusto.

 

Anche se non hai il coraggio di testimoniare pubblicamente i tuoi errori, ascolta la tua coscienza e chissà quante volte, come avviene a me spesso, dovrai dire:…si, ho sbagliato.

 

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,insegnami

I tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà

E istruiscimi, perché sei Tu il Dio della mia

Salvezza; io spero in te tutto il giorno.

 

Ricordati Signore, della tua misericordia

E del tuo amore, che è da sempre.

 

I peccati della mia giovinezza e le

Mie ribellioni, non li ircordare;

 

ricordati di me nella tua misericordia

per la tua bontà, Signore.

 

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