Oramai la Liturgia, lasciato tutto il periodo di prima giovinezza di Gesù, segue la Sua vita pubblica, il suo insegnamento, gli ostacoli che incontra
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  tutto in prospettiva del 2 Aprile prossimo, con la fine, umanamente ingloriosa del Messia, che aveva promesso, garantito tanto, e i suoi acerrimi nemici crederanno di metterlo a tacere per sempre, portandolo sul patibolo. Gesù, saputo dell'imprigionamento del Battista, ordinato da Erode Antipa, per allontanarsi dal pericoloso controllo dell'empio sovrano, ritorna in Galilea. E' questo il momento in cui "la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi". Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere". Ogni centro palestinese aveva almeno una sinagoga(= luogo di preghiera e di istruzione). Era costituita da una sala a tre navate ( contornata da un matroneo per le donne), orientata in modo che i fedeli fossero rivolti verso Gerusalemme, con un atrio dove era la vasca per le abluzioni, e qualche stanza adiacente per la scuola dei fanciulli e per ospizio dei pellegrini; in un armadio della sala, erano sistemati i rotoli dei libri sacri. Le riunioni si tenevano specialmente il sabato ( ma anche il lunedì e giovedì). Si iniziava con la preghiera comune("sema"=ascolta, Israele); seguiva la "semònèesrè"( diciotto benedizioni o preghiere); si leggeva quindi la Bibbia, prima in ebraico, poi in aramaico, lingua allora parlata dal popolo. Seguiva una esortazione e infine un'altra preghiera e la benedizione. Gesù si regola in tutto da buon israelita; entra nella sinagoga, in giorno di sabato, si offre di leggere e, secondo la consuetudine, si alza in piedi. ".. gli occhi di tutti, nella sinagoga, stavano fissi su di Lui, in trepida attesa delle rituali esortazioni..". E Gesù si qualifica come Messia (ma il discorso non è riportato dall'evangelista Luca). Da questo breve spaccato della vita pubblica di Cristo, cogliamo due insegnamenti, certamente utili per noi. E' sorprendente la religiosità del popolo israelita e il suo bisogno dell'ascolto della parola di Dio, se la paragoniamo alla nostra aridità ed insofferenza ad una meditazione lenta, per assimilare ogni particolare. Ci pensate, a volte, il nostro gradimento va per quella Chiesa, dove la Messa è corta( come si dice in gergo popolare) ; così in una manciata di minuti, ci sembra di aver assolto al precetto festivo ed usciamo di Chiesa, come siamo entrati, con la nostra aridità. Ci sono i lettori che non sempre sono di nostro gradimento, o simpatia, e quando siamo fuori del tempio, c'è una apparente critica benevola, ma pungente, perché inconsciamente, scatta in noi un vago sentimento di invidia.... E' quello che avvenne tra i paesani di Gesù. Avevano seguito con raccoglimento la preghiera, le letture,e le esortazioni, ma poi, in piazza, è spontaneo, anche per loro, dire: "... ma questo non è il figlio di Giuseppe ?...e chi si crede di essere ?.... Signore mio, sgombra dalla mia mente ogni riferimento o raffronto, perché, nel mio cuore, la parola di Dio diventi feconda e mi guidi nei meandri del mio quotidiano. Fonte: www.viedellospirito.it
 

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