Nella Liturgia della Parola di questa III Domenica di Avvento, il tema dominante è sempre la venuta del Messia.
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  Atteso da secoli, il popolo lo invocava “ Signore, vieni, non tardare”. E nei momenti di scoraggiamento sarà il Profeta Sofonia ( che significa “ il Signore protegge” ) a dare fiducia al popolo: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”. E con il salmo responsoriale anche noi cantiamo insieme: Ecco, Dio è la mia salvezza;/ io avrò fiducia, non avrò timore, / perché mia forza e mio canto è il Signore; / egli è stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia/ alle sorgenti della salvezza./ Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, / proclamate tra i popoli le sue opere, / fate ricordare che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, / le conosca tutta la terra. / Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, / perché grande in mezzo a te è il Santo d’ Israele. Nel Vangelo di oggi le folle interrogavano Giovanni Battista: “ Che cosa dobbiamo fare? “. E dà le risposta ad ogni categoria: “ Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. “ Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Peefino alla domanda dei soldati risponde: “ Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe..”. E quando la folla si domanda “ ma forse sarà lui il Cristo ?” Giovanni risponde: “ io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali…”. Quale sarà la nostra testimonianza per Natale? Se ci fermiamo all’esteriore ( regali, addobbi, cene, viaggi ) appena passata la festa, ritornerà la nostra quotidiana realtà fatta di insoddisfazione, pessimismo, sfiducia… Proviamo a vivere un natale di vera pace interiore, con un rapporto di carità operosa verso il nostro prossimo. Se ci limitiamo a dire a voce “auguri “ –“ buon Natale”, nono può permanere nel nostro cuore una vera gioia e saremo presto soffocati di nuovo da tanti problemi con le conseguenti tensioni ed esasperazioni. Nel deserto del nostro cuore, urge fare spazio al Salvatore che viene: ci porta pace, gioia, serenità. Ti sembra cosa da poco? Fonte: www.viedellospirito.it
 

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