Il 24 Giugno ogni calendario civile segna la natività di San Giovanni Battista e la Chiesa nel suo calendario liturgico celebra oggi con solennità questa ricorrenza.
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Due cugine, Maria ed Elisabetta, divise geograficamente da una distanza di 140 chilometri, abissale per quei tempi, ma unite da grande affetto. In ambedue stanno avvenendo prodigi straordinari. Maria è incinta miracolosamente e porta nel grembo il Messia. Elisabetta, dopo una lunga e ormai definitiva sterilità, causa di vergogna a quei tempi, si trova al sesto mese di gravidanza. Maria sente impellente l’impegno di andare a aiutare la cugina. Affronta con qualche carovana, un viaggio avventuroso, per salire sulla catena montuosa della Giudea, e scendere per 6 o 7 chilometri, un po’ a sud ovest, nella verdeggiante valletta di Ain Karim; e rimane con la cugina Elisabetta fino circa la nascita di Giovanni. Probabilmente si allontanò subito prima della nascita, perché non era conveniente che la giovane vergine fosse presente nel momento del parto, perché avrebbe creato, a voler mantenere il segreto, situazioni false e imbarazzanti di fronte al vicinato e alla parentela di Elisabetta, accorsi per la nascita di Giovanni. Mirabili i disegni misteriosi di questo silenzioso Dio. L’arrivo del Messia verrà preannunciato da Giovanni Battista. Avrà una formazione austera, compirà la sua missione, finirà la sua esistenza terrena in fondo al carcere di Macheronte, dove i sicari gli taglieranno la testa, per consegnarla su un piatto insanguinato, alla perfida Erodiade, che realizza così la sua vendetta. E le nostre considerazioni umane, sono sempre le stesse: che disgrazia, che sfortuna, che fallimento! Quanto sono diversi i disegni di Dio! Sempre l’opposto dei nostri programmi terreni. Se riuscissi ad accettarli, avrei la certezza di un premio eterno. Leggiamo insieme il salmo responsoriale della liturgia odierna: ci sentiremo io e te, non, in balia del destino, ma creature nelle mani di Dio. Signore,tu mi scruti e mi conosci, / tu sai quando seggo e quando mi alzo. / Pènetri da lontano i miei pensieri, / mi scruti quando cammino e quando riposo. / Ti sono note tutte le mie vie. Sei tu che hai creato le mie viscere, / e mi hai tessuto nel seno di mia madre. / Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; / sono stupende le tu opere: Tu mi conosci fino in fondo. / Non ti erano nascoste le mie ossa / quando venivo formato nel segreto, / intessuto nelle profondità della terra. Vergine Santa, se ti guardo fisso negli occhi, vedo in te tanta serenità. Sapessi quanto ne avrei bisogno anche io! Tu mi trasmetti fiducia, sei la Madre del Salvatore; prendimi come tuo figlio. Fonte: www.viedellospirito.it

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