Identificazione:
nell'insieme questo
rapace di medie dimensioni, paragonabili a quelle della Poiana, ha una
struttura compatta ma elegante e dotata dì notevole dinamicità,
soprattutto in virtù della forma robusta ma allungata ed appuntita
delle ali e della presenza di una coda stretta, lunga, molto mobile e
"visibilmente" forcuta, ad ogni età.In pratica è l'unico rapace
italiano ad avere la coda distintamente forcuta, a parte il Nibbio
bruno, che ha però dimensioni inferiori, biforcazione meno accentuata e
più-maggio sempre più scuro ed uniforme.
I sessi
sono simili, come gli abiti stagionali.
Abito estivo ed invernale:
il piumaggio degli
adulti ha una colorazione caratteristica, dominata dalle tonalità
fulvo-rossastre più o meno vivaci, intercalate a componenti più chiare,
quasi bianche, diffuse in particolare sul capo, sul collo e nella
regione inferiore delle ali, in genere ben evidenziabili anche in
natura e soprattutto in volo.
La
testa, compresi il mento e la gola, è pressoché biancastra, o
grigiastra, sfumata di fulvo, comunque sempre più chiara rispetto al
Nibbio bruno, con penne sottili, strette e percorse in corrispondenza
dello stelo da una venatura nerastra, che è presente in pratica su
tutte le penne di rivestimento, anche su quelle delle partì inferiori,
ove però si fa più larga e pronunciata, delimitata da spazi laterali
bianchi, conferendo al petto e all'addome un aspetto decisamente e
caratteristicamente striato, su un fondo di tinta rossiccio vivace.
Le parti superiori hanno una colorazione leggermente più scura con il
centro delle penne nerastro ed il bordo fulviccio, biancastro
sull'alto dorso. Le remiganti appaiono superiormente molto scure,
nerastre, mentre in corrispondenza delle copritrici mediane è visibile
uno spazio fulvo-crema che attraversa obliquamente le ali, come si
osserva anche nel Nibbio bruno.
Inferiormente all'ala, è viceversa caratteristico e distintivo uno
spazio bianco determinato dai vessilli interni di alcune remiganti che
appare in netto contrasto con le colorazioni più scure circostanti ed
in particolare dell'angolo dell'ala (zona carpale) e dell'apice delle
primarie che è nero. La coda è rossiccia superiormente, biancastra
inferiormente, percorsa da sottili barrature, con biforcazione molto
pronunciata, e sulla quale talvolta si rendono visibili in volo due
piccoli apici scuri alle estremità delle timoniere esterne. Il becco,
normalmente sviluppato e sufficientemente uncinato, è nero con la cera
giallastra; pure gialle le zampe, che hanno dita di media lunghezza ed
unghie forti ma non particolarmente ricurve, e l'iride, circondata da
uno stretto anello palpebrale del medesimo colore.
Giovane:
rispetto agli adulti
ha un piumaggio ovunque più scuro, con la coda e la testa più
brunastri, maggiormente striato sulle parti inferiori, di aspetto più
macchiato sulle superiori, per la presenza di frequenti marginature
biancastre o fulvo-chiare. Nei confronti del giovane Nibbio bruno
appare più slanciato e più chiaro, in particolare sotto le ali e la
coda, quest'ultima sempre distintamente forcuta.
Ambiente e vita:
abita zone
pianeggianti e collinari, incolte od anche coltivate, interrotte da
aree alberate o boscose, più o meno aperte a seconda delle stagioni. È
osservabile quasi sempre in volo, che appare instancabile,
caratterizzato da lunghe planate e circonvoluzioni intervallate a lenti
battiti, sempre piuttosto leggero ed elegante e nel quale la lunga coda
mobilissima ha ruoli direzionali rilevanti, consentendo all'occasione
spostamenti rapidi e imprevedibili. Caccia più spesso da solo ma a
volte manifesta abitudini gregarie, in misura però inferiore rispetto
al Nibbio bruno.Il cibo è costituito da prede vive non grandi,
appartenenti alle diverse classi di vertebrati (soprattutto piccoli
mammiferi, uccelli e rettili, ma anche anfibi e pesci), insetti (in
particolare ortotteri e coleotteri) ed altri invertebrati, o anche
carogne e rifiuti. Emette di rado un forte verso lamentoso e nella
stagione riproduttiva è molto meno rumoroso del Nibbio bruno.
Riproduzione.
Predilige le zone
boscose pianeggianti presso ambienti aperti e parzialmente coltivati;
frequenta volentieri le colline, gli altopiani e le vallate ricche di
pascoli e vegetazione arborea. Normalmente si mantiene a quote modeste
ed è raro che si riproduca olre i 600-700 metri. In aprile (a volte
alla fine di marzo) costruisce un voluminoso nido verso la parte
superiore di alti alberi (da 10 a 30 metri); l'interno è guarnito con
il materiale più disparato (carta, stracci, erbe secche, ecc.). Le
uova deposte sono di solito in numero di 1-3 (anche fino a 5), hanno
forma ovale e colorazione di fondo biancastra, con macchie
bruno-rugginose (mm 57x45, gr 63). L'incubazione è compito quasi
esclusivo della femmina (il maschio le da il cambio per una mezz'oretta
quando essa va in caccia) e si protrae per 31-32 giorni ed anche più. I
piccoli sono nutriti da ambo i genitori e in grado di volare dopo circa
50 giorni; per qualche tempo si mantengono comunque nei pressi del
nido. Una sola covata annua. La maturità sessuale è raggiunta al
secondo anno.
Distribuzione.
La specie abita con
due sottospecie le zone adatte dell'Europa (con esclusione delle
estreme zone settentrionali), dell'Asia Minore, Africa nord-occidentale
e Isole del Capo Verde; le popolazioni che abitano la parte
settentrionale dell'areale sono migratrici e si spostano più a sud nel
bacino del Mediterraneo (soprattutto centrale ed occidentale). In
italia la sottospecie
tipo è localmente più o meno scarsa come stazionaria e nidificante
nelle zone adatte delle regioni centro-meridionali, meridionali e delle
isole maggiori. Un tempo presente anche in vaste aree del centro e del
centro-nord (Toscana, ecc.). Generalmente la specie è in diminuzione ed
in alcuni luoghi un tempo occupati è completamente sparita (tra le
cause ricordiamo i disboscamenti, bocconi avvelenati, le uccisioni,
ecc.). La popolazione nidificante complessiva si può
approssimativamente stimare in circa 100-200 coppie. Durante l'autunno
e l'inverno individui nordici migranti fanno la loro regolare comparsa.
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