Identificazione:
questo ardeide, dalla silhouette e dal portamento slanciati ed
eleganti, è caratterizzato dall'avere il piumaggio interamente bianco
in ogni periodo dell'anno e ad ogni età. Importanti, per la
determinazione nei confronti degli altri aironi "bianchi", sono il
lungo e sottile becco nero e soprattutto gli arti inferiori, neri con
la pianta del piede gialla, come le dita: carattere quest' ultimo ben
visibile in volo.
I sessi sono simili.
L'abito estivo presenta particolari e caratteristici ornamenti.
Abito nuziale: il piumaggio è bianco-latte in ogni parte del
corpo, comprese le remiganti e le timoniere, con la presenza di alcune
penne, lunghe, strette e filiformi, che conferiscono alla livrea un
attributo di naturale grazia: in particolare, due sono inserite
sull'occipite e ricadono sul dorso (lunghezza 140/160 mm); alcune
formano un ciuffo pendente nella regione basilare del collo; le più
caratteristiche e numerose adornano il mantello ove costituiscono un
voluminoso treno dorsale, spesso oltrepassante la coda.
Queste ultime penne, meglio conosciute e note col nome di "egrette",
appaiono particolarmente sviluppate (lunghezza fino a 200 mm), recano
lunghe barbe sottili distanziate tra loro e sono leggermente arricciate
verso l'alto nella parte apicale dello stelo.
Il becco è nero con la base azzurrognola. Le redini e le zone nude
perioftalmiche sono verdastre. L'iride e gialla.
Le zampe hanno i tarsi e la regione scoperta della tibia neri, mentre
le dita sono gialle.
Abito invernale: mancano gli ornamenti descritti nella livrea nuziale
ed in particolare le "egrette" del dorso e le due lunghe penne
occipitali; è ancora presente invece il ciuffet¬to pendente sul colla,
sebbene in misura più modesta.
Per il resto, il piumaggio invernale è identico a quello estivo; il
becco è interamente nero.
Giovane: ha un abito praticamente identico a quello degli adulti
in inverno e nel quale si nota l' assenza anche delle penne allungate
alla base del collo.
Impiega un anno a rivestire il piumaggio completo dell'adulto.
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Garzetta con la preda |
Garzetta mentre spicca il volo |
Gruppo di Garzette |
Garzetta in uno stagno |
Ambiente e vita: frequenta le
acque interne e costiere di paludi e acquitrini, rive di fiumi e di
laghi, stagni, risaie. Si muove sempre con eleganza e ricerca di giorno
il nutrimento, camminando.
Ha abitudini spiccatamente gregarie in tutte le stagioni e durante il
periodo riproduttivo si rivela la specie tra gli ardeidi che più
frequentemente si associa alle congeneri per nidificare (soprattutto
alla Nitticora).
I nidi vengono costruiti su arbusti od alberi d'alto fusto in aree
particolari note come "garzaie" .
Si ciba di piccoli pesci ed anfibi, molluschi, vermi ed altri
invertebrati acquatici, insetti e qualche germoglio vegetale. Uccello
silenzioso, emette qualche suono sgraziato solo nel periodo
riproduttivo.
Riproduzione. Predilige i boschetti presso paludi, fiumi e
risaie e nidifica sugli alberi più disparati (salici, pioppi, robinie,
pini, tamerici, etc.) in colonie più o meno densamente popolate e miste
(le cosiddette "garzaie").
Dalla metà di marzo in poi viene occupata la colonia di nidificazione e
a partire dalla metà di aprile vengono deposte, in un nido di stecchi
secchi intrecciati, di solito 4-5 uova blu-verdastre chiare, apache ed
ovali (mm 46 x 34, gr 28).
La schiusa avviene dopo un periodo d'incubazione fatta da entrambi i
genitori di circa 22 giorni.
I piccoli iniziano a ricoprirsi di piume a partire dal 12° giorno di
vita e a circa 25 s'avventurano fuori dal nido e s'arrampicano sui rami
vicini; l'involo avviene a circa 40 giorni ed i giovani seguono gli
adulti nei luoghi d'alimentazione.
I nidi di solita sono costruiti ad altezze variabili tra i 2 ed i 15
metri ed a volte vengono
rimessi a nuovo quelli dell'anno precedente.
Una covata annua.
Distribuzione. La specie abita con varie sottospecie le zone
adatte dell'Europa ed Asia meridionali, dell' Africa e dell' Australia.
La sottospecie tipo è localmente estiva e nidificante in Italia nelle
varie "garzaie"della Valle Padana (soprattutto zone occidentali e
costiere orientali) e meno frequentemente di quelle centrali e
meridionali; da riconfermare in Sicilia, ove la specie un tempo si
riproduceva. Frequente durante i passi regolari di aprile-maggio e di
agosto-settembre. Scarsamente ma regolarmente invernale al nord (Emilia
Romagna, Veneto, Toscana, Sardegna) ed occasionalmente altrove. Risente
delle trasformazioni e dei disturbi ambientali e dove protetta tende ad
incrementare gli effettivi ed a costituire nuove colonie.
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