Tipologie delle tombe Etrusche |
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di Anzio
Risi |
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"..erano scavate nella roccia, quando questa lo permetteva, od
erano costruite in pietra, tufo o nenfro, in superficie, a forma
di tumulo.
Mentre i Romani costruivano i monumenti funerari fuori terra e ben
visibili, normalmente lungo le vie consolari, gli Etruschi, come
la maggior parte dei popoli antichi, cercavano in ogni modo di
nascondere le loro necropoli. Se costruita in superficie, la tomba
era ricoperta da un tumulo di terra che ne nascondeva la presenza.
Altro fatto che avvicina l'aspetto delle tombe etrusche a quelle
di altri popoli, specie degli Egizi, era che queste prendevano
forma ed aspetto delle case dei vivi, qualche volta perfino
venivano scavate a forma di tempio, come le tombe rupestri di
Norchia, a significare, molto probabilmente, che questa era la
sepoltura di un personaggio di casta sacerdotale e dei suoi
familiari. |
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Interno di una tomba a camera
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Esempio di
tomba a dado nella necropoli della Casetta di Blera (VT) |
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Una curiosità molto diffusa nelle necropoli è l'urna cineraria di
terracotta riproducente, con molto verismo, la capanna costruita con
pali di legno e il tetto di paglia.
L'interno delle tombe varia moltissimo a seconda del gusto e delle
possibilità economiche del proprietario. Le più semplici sono formate
da una o due camere comunicanti, i letti funebri addossati alle pareti
e scavati nel masso senza sculture né soffitti dipinti riproducenti le
travature delle case. Nelle più ricche si riproduce, invece,
l'appartamento del vivo sino ai più minuti particolari. Porte con
cornici, finestre, mobili e suppellettili, tutto riprodotto alla
perfezione nella roccia scavata. Le porte sono con gli stipiti
obliqui, più strette in alto. Nelle pareti che dividono le celle, sono
aperte le finestre che permettono la vista della stanza vicina. Tutto
intorno, sgabelli, banchi, poltrone dal ritto schienale, con
l'appoggia piedi di fronte, letti con le gambe ben tornite, armi
appese, gli arnesi più vari usati dal defunto, tutto contribuisce a
rendere l'aspetto della casa del defunto una cosa viva e palpitante.
L'accesso alla tomba è spesso costituito da una lunga scalinata
scavata nel tufo (dromos) chiusa e sigillata da una grande pietra
monolitica o da un robusto muro formato da grandi pietre squadrate
saldate con malta a calce… |
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Le decorazioni dipinte tendono a riprodurre le stesse decorazioni
della casa del vivo. Il soffitto, tra trave e trave, è variamente
dipinto con foglie, rami, uccelli o motivi ornamentali. Le pareti sono
chiuse in alto da una lunga serie di strisce colorate con vivace ed
indovinato accostamento di colori. Nei triangoli delle pareti formati
dalla forma del tetto, leonesse, leopardi od altri animali si
affrontano, separati da un cippo od ara.
Le pareti laterali, sono divise in pannelli e riproducono le scene più
care vissute dal defunto mentre era in vita. Vediamo così il signore
alla caccia, alla pesca, alla danza. Oppure, mollemente sdraiato sul
letto, in compagnia della bellissima moglie, degli amici, dei
familiari lo vediamo banchettare allegramente. I servi, variamente
indaffarati, si affrettano a versare il vino entro grandi vasi, altri
sono pronti a servire arrosti di cacciagione posti su larghi vassoi. I
musici riempiono di gioiose melodie l'ambiente, le danzatrici dalle
lunghe vesti fiorate, trasparenti, intrecciano con i danza tori, in
gonnellino corto, le danze ed agitano graziosamente le lunghe mani
affusolate. A rendere più vero e naturale l'ambiente, piccoli animali
domestici passeggiano sotto i tavoli e nelle sale.
Nulla vi è di funebre, la gioia di vivere pulsa ancora nelle
carnagioni accese dei commensali…
Tutto vive nella più pura naturalezza e nel realismo più pittoresco.
La città dei morti come per incanto, si trasforma in una città dei
vivi, i defunti assumono l'aspetto di persone reali, lo sfondo delle
scene ed i paesaggi agresti non sono nature morte ma balzano
all’occhio come scorci veri dell'ambiente Etrusco."
George Dennis |
Tratto da “Città e Necropoli
dell’Etruria” |
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Cerveteri. La
necropoli della Banditaccia sul finire del VI sec. a.C. è
interessata da un intervento che regolarizza l’occupazione del
suolo, in precedenza costellato da tumuli di grandezza diversa,
di cui erano titolari gli esponenti dell’aristocrazia locale.
L’emergere di un nuovo ceto intermedio, cui sono destinate le
nuove tombe a dado, impone una riorganizzazione della
necropoli.
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Flautista (Tomba
dei Leopardi, Tarquinia) |
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Così George Dennis, il grande archeologo inglese dell'800, descriveva
le sepolture etrusche. In questo breve lavoro vorremmo fornire una
panoramica, non esaustiva, delle tipologie di tombe che si rinvengono
nelle necropoli etrusche. Per quanto riguarda la loro forma è stata
operata una sintesi, non contemplando, quindi, le molteplici ed
articolate differenze. |
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