
Le due facce del "Piombo di Magliano" con
le iscrizioni a spirale. Firenze, Museo Archeologico Nazionale |
Magliano in Toscana, nella media valle del
fiume Albenga, era l'antica città romana di Heba. Sono invece incerte le
sue origini etrusche, benchè nei suoi pressi siano state rinvenute alcune
necropoli databili al VII - Vi secolo a.C. E' probabile che queste si
riferiscano a piccoli agglomerati rurali dipendenti dalla vicina e
potente città di Vulci. Al momento l'unica necropoli visitabile è quella
di S. Maria in Borraccia. La necropoli, scoperta su una collina a Est di
Magliano, si data alla fine del VII inizio VI sec.a.C. E' costituita da
tombe a camera ipogea, scavate nel calcare bianco naturale, precedute da
un dromos (corridoio), di una tipologia nota nella zona e nell'Etruria
interna. Le camere sono a pianta quadrangolare con un setto divisorio
centrale, e letti funebri laterali intagliati nella pietra. La necropoli
nota fin dalla fine dell'Ottocento, è stata scavata solo negli anni' 70
ed ha restituito corredi con abbondante ceramica di produzione etrusca di
area centro-settentrionale e meridionale (bucchero, olle d'impasto,
ceramica etrusco corinzia), ma anche anfore e ceramica d'importazione
greca. Ma la scoperta più importante avvenne nel 1883, quando venne
rinvenuta una laminetta di piombo di forma lenticolare del V secolo a.C.,
che fu soprannominata il "piombo di Magliano". Su entrambe le facce è
riportata un'iscrizione tracciata a spirale per un totale di circa 70
parole che indica le oferte da fare alle divinità di Tin, Maris, Calu, e
canthas, specificandone il tempo e il luogo. |