Il professor Mauro Ballerini è una mia vecchia conoscenza: ha pubblicato sul nostro sito molti contributi di storia del teatro, confluiti in un’apposita rubrica denominata per l’appunto “teatro”

Conosco Ballerini come un ricercatore scrupoloso e appassionato, che nutre il nobile desiderio di strappare al nulla le vite e le carriere di tanti artisti italiani che il tempo, invece, aveva offuscato o cancellato per sempre.

Questa volta si è cimentato in un’opera che definirei “monumentale”, composta da 720 pagine, arricchita da quasi 2000 note e con 2500 nomi indicizzati; il titolo è quanto mai evocativo: Raramente ho scritto Teatro senza la maiuscola, edito dalla Casa Editrice Photo Travel Editions di Rionero in V. (PZ), sarà disponibile a partire dal 20 dicembre 2023 in tutte le librerie e negli store online.

È una monografia interamente dedicata ad Ernesto Calindri e alla sua storia familiare che, purtroppo, era finita sommersa tra la polvere degli archivi e che Ballerini, in un decennio di indagini, ha con pazienza riportato alla luce.

È la prima volta che a Calindri (uno dei volti più noti della storia del nostro spettacolo) viene dedicato un libro: nonostante i suoi 70 anni di carriera, finora nessuno si era occupato della sua vicenda biografica e artistica. È precisamente questo il vuoto che Ballerini ha sentito l’urgenza di colmare (a 24 anni dalla morte del Maestro) convinto che, se fosse trascorso altro tempo, sarebbe sceso un triste oblio anche sul Calindri-nazionale.

Attenzione però: non deve ingannare la mole delle pagine! Il testo è scritto per essere gradevole e avvincente; è una sorta di narrazione letteraria (con i suoi eroi e antieroi, protagonisti, comparse e spalle) e non un freddo resoconto cronachistico. Ballerini ha cercato di rendere vivo il suo personaggio, raccontandone aneddoti, riportandone dichiarazioni e soprattutto dando spazio alle sue paure, vittorie, lutti, battute d’arresto e ripartenze… Una volta terminata la lettura di queste pagine, sembra di conoscere personalmente il Calindri; lo si ama e si soffre della sua scomparsa. E lo stesso dicasi per i coprotagonisti del libro, tutti rivivificati dalla penna dell’autore.

Dopo questa mia breve introduzione, credo sia meglio proporre nella sua interezza quanto è scritto nella quarta di copertina così da avere un’idea completa dei molteplici piani di lettura a cui quest’opera si presta.

 

«Ernesto Calindri per te è solo il volto di un celebre Carosello? Sei decisamente fuori strada! Lo identifichi forse con la commedia umoristica? Lo conosci davvero ben poco! In queste pagine avrai modo di scoprire un Calindri inedito: attore drammatico, interprete del teatro classico (Plauto, Terenzio, Menandro) e di testi d’avanguardia; il capocomico di successo e il regista di innumerevoli produzioni. Scoprirai il direttore artistico con una vocazione alla sperimentazione e il talent scout di giovani attori e autori. Conoscerai il docente di recitazione nella più prestigiosa Accademia Nazionale, il conduttore tv di programmi cuciti su di lui. Toccherai con mano l’uomo (il bambino, il ragazzo, i suoi esordi, le sue paure), il padre, l’amico, il maestro, l’emblema di un teatro antico e, allo stesso tempo, il simbolo di un vecchio dalle inesauribili risorse.

La sua storia sarà un modo per rileggere la storia del teatro italiano del ‘900 a partire dal Grand’attore e le Compagnie di giro, per giungere al teatro di regia e alla politicizzazione delle scene.

Grazie a quest’uomo, che può vantare 70 anni di carriera, avrai modo di ripercorrere la storia d’Italia dal Fascismo a Tangentopoli, dal mito mussoliniano alle spie dell’Ovra, dalla censura di Regime al bigottismo democristiano, dagli anni fiduciosi del dopoguerra a quelli del sovvertimento sessantottino fino agli anni di piombo. Calindri è immerso in tutti questi eventi e involontariamente ce li racconta attraverso la sua vita. E così rivedremo la nascita della tv e lo sbarco sulla Luna, l’invasione dell’Ungheria e la lotta referendaria sul divorzio.

Calindri però non nasce dal nulla; lo precedono generazioni e generazioni di attori, artisti, capocomici e prime donne: sono i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi avi… una lunga e affascinante avventura artistica che il tempo aveva definitivamente cancellato ma che andava assolutamente riscoperta.

Un decennale lavoro di ricerca che vuole conciliare in sé il rigore storico alla piacevolezza narrativa, la scientificità del dato all’ineffabilità del sentimento».

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