Dopo numerose ricerche a tavolino e soprattutto sul campo siamo riusciti a ritrovare e a documentare con precisione un monumento rupestre di cui si erano perdute le tracce
Si tratta di un probabile altare rupestre con cinerario e scalette laterali, probabilmente di epoca romana, citato per la prima volta da Michelucci nel 2005 in “Poggio Buco; nuovi dati sull’abitato etrusco”, in “Dinamiche di sviluppo delle città dell’Etruria meridionale”, Pisa-Roma 2005, pp. 585-602; L'autore corredava il suo lavoro anche con una foto in bianco e nero del monumento. Nel 2011 e nel 2018 Steingraeber e Prayon, in “Monumenti rupestri etrusco romani tra i monti cimini e la valle del Tevere” e “Monumenti rupestri etrusco romani nel territorio dell'Etruria meridionale” classificano il monumento indicandolo erroneamente nel territorio di Manciano (Mac01 è la sigla ivi indicata), pur non rilevandolo a causa della fitta vegetazione. In base alla documentazione fornita dal Michelucci il monumento viene indicato dagli stessi autori come altare e/o tomba a incinerazione e classificato di tipo VI (a trono), per la presenza, a destra dell'incasso per il cinerario, di una sedia scolpita nel masso tufaceo ovoidale. Nel dicembre del 2022 abbiamo finalmente ritrovato l'altare rupestre in località Selva del Caggio, non lontano dalla necropoli etrusca di Poggio Buco, nel territorio del comune di Pitigliano. Il monumento risulta piuttosto interrato rispetto alla foto del 2005 ma a noi è sembrato che la situazione attuale non sia molto diversa da quella di origine, vista la posizione delle scalette che risulterebbero impraticabili nello stato indicato dalla suddetta foto. Il masso misura metri 4 per 1,80, l'incavo ad arco per il cinerario è di cm 35 x 40 e presenta una fossetta per l'inserimento della olla del diametro di cm 20. La facciata è esposta a sud ovest. Le scalette sul lato sinistro sono 5 ed hanno una larghezza di cm 55, anche sul lato destro del monumento si notano delle scale che hanno subìto modifiche e che è difficile stabilire se siano coeve alla realizzazione dell'altare.
Il monumento rupestre nel 2005