Le due campane che saranno presentate il 14 ottobre 2017 a Canino nella Chiesa della Confraternita del Suffragio, furono entrambe realizzate nel 1699
Grazie alle ricerche archivistiche intraprese dal Dott. Anzio Risi dell’Associazione Canino Info Onlus, si è riusciti a “riscoprire” queste due bellissime opere d’arte ricostruendo la loro presenza nel paese in cui fu già ritrovata, sul finire dell’800, la più antica campana cristiana italiana: la Campana di Canino. Le due campane, convenzionalmente, sono state chiamate la “Maggiore” e la “Minore” per le loro dimensioni. La campana maggiore ha un diametro alla base di 480 mm, un’altezza totale (compresa la corona) di 560 mm, ed un peso di 70 Kg, è adornata da 16 bassorilievi con figure sacre e di santi contornati da motivi floreali e reca la seguente iscrizione: EX PIIS ELEMOSINIS ANNO DOMINI MDCXCIX. La campana minore ha un diametro alla base di 380 mm, un’altezza totale (compresa la corona) di 450 mm, ed un peso di 30 Kg. Questa è adornata da 12 bassorilievi con figure sacre e di santi contornati da motivi floreali e reca la seguente iscrizione: AD HONOREM DEI ET BMV ET OMNIUM SANTORUM - AD – MDCXCIX. La campana maggiore è chiaramente dedicata a San Francesco di Paola raffigurato con i suoi caratteristici attributi iconografici quali mantello e bastone, ed ai suoi piedi le onde delle Stretto di Messina che egli attraversò divenendo, per questo, patrono della gente di mare d'Italia. All’interno della cornice ottagonale del bassorilievo, si notano due figure ricoperte dal caratteristico saio francescano, a ricordarci che San Francesco da Paola fu colui che fondò la Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi poi successivamente chiamata Ordine dei Minimi. A corollario di questa rappresentazione una moltitudine di raggi solari conferiscono importanza e centralità al bassorilievo, ed in mezzo ad essi si leggono le lettere S T R C H A I A alle quali, purtroppo, non si è riusciti ancora a dare un significato. Attraverso l’esame di numerose visite pastorali effettuate dai Vescovi della Diocesi di Acquapendente nei secoli passati, si è riusciti ad individuare la devozione a San Francesco di Paola in un altare dell’antica Chiesa di S. Andrea che si trovava all’interno della Rocca Farnesiana di Canino, Chiesa che poi fu a lui dedicata. Nel 1808 Luciano Bonaparte acquistò dalla Camera Apostolica la quasi totalità del territorio del Comune di Canino, compresa anche la Rocca farnesiana e l’annessa Chiesa di San Francesco di Paola già di S. Andrea. Questa Chiesa già all’epoca si presentava piuttosto mal messa, e dopo poco tempo il futuro Principe di Canino decise di trasformarla il “teatro di famiglia” comportando la fine della Chiesa come edificio di culto. Le due campane che non servivano più furono regalate nel 1809 da Alexandrine de Bleschamp, moglie di Luciano Bonaparte, alla Chiesa della Madonna Neve come omaggio forse legato alla nascita del figlio Paolo Maria avvenuta a Canino il 19 febbraio di quell’anno. Sul finire dell’800 anche la Chiesa della Madonna della Neve fu abbandonata perché diruta e le due campane, come i beni e gli arredi sacri della stessa, passarono al Capitolo della Chiesa Collegiata di Canino. Da questo momento le notizie sulla loro presenza si fanno sempre più rare, ma nel 1927 risultano ancora conservate nella sacrestia della Collegiata e sicuramente vi erano quando il 22 marzo 1941 fu fatto il censimento delle campane, ed ancora nel 1943 quando il Ministero della Guerra, per il tramite della Curia, chiese la consegna del bronzo a fini bellici. Da questo momento le due campane scompaiono, molto probabilmente nascoste alla furia della guerra da mani pietose e per tanti anni di loro se ne persero le tracce ed anche la memoria. Oggi sappiamo che sono state conservate dalla Confraternita della Madonna del Suffragio di Canino, antica e gloriosa istituzione di carità, ed è grazie a loro se sono state “riscoperte” e se sarà possibile ammirarle da ora in poi nella loro Chiesa.