A leggere i recenti ed entusiasti comunicati stampa sembrerebbe di si, ma...

Ci risiamo con il Fanum Voltumnae! Ormai la località Campo della Fiera, sotto la rupe di Orvierto, viene indicata come sede dell’ormai mitico luogo dove i popoli etruschi di incontravano periodicamente per celebrare la loro massima divinità. A leggere i vari comunicati stampa sembra ormai assodato che sia così: si è cominciato qualche anno fa con la scoperta di una strada (sacra?) e dei resti di un tempio, di grandi dimensioni (ci dicono 12 metri per 18, e allora l’Ara della Regina di Tarquinia cosa sarebbe? A dir poco gigantesco, con i suoi 25 per 50 metri), poi con vari reperti fittili di dubbio significato. Già questo però è bastato per parlare di Fanum Voltumnae, anche se mancava la prova definitiva, una qualche iscrizione o altra testimonianza che conducesse al dio Voltumna e alla relazione con gli eventi celebrativi periodici. Oggi sembra ci sia anche quello, è bastata la scoperta di una testa policroma in terracotta, raffigurante un personaggio barbuto e dai caratteri tipicamente etruschi, per gridare alla scoperta dell’anello mancante: il dio Voltumna. Naturamente tutto è possibile, noi però ci andremmo cauti. Anche se la statuetta rappresentasse il dio supremo degli etruschi non è detto che quello fosseun santuario a lui dedicato nè che fosse l'unico e non è nemmeno certo che quello fosse proprio il santuario del Fanum.

Per capirci un po’ di più riportiamo di seguito uno dei comunicati stampa apparsi sul web in questi giorni:

 

Orvieto – Sembrerebbe la testa di Voltumna, dio supremo del pantheon etrusco, l’eccezionale rinvenimento archeologico che è apparso di fronte agli occhi degli archeologi dell’Università di Perugia che, attraverso il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, scavano nell’area di Campo di Fiera. 

La splendida testa maschile di terracotta – originariamente policroma – è stata scoperta nell’area sacra del Fanum Voltumnae, risalente al VI sec. a.C., insieme a un tempio di grandi dimensioni – 12 metri per 18 – e alla strada sacra. Come dichiarato, oggi, dall’archeologa Simonetta Stopponi – direttrice degli scavi – « La testa è molto bella e ben conservata. Finora sono state rintracciate iscrizioni ma stiamo ancora scavando e contiamo di trovare presto altro eccellente materiale. Sarà invece problematico far riaffiorare l’intera strada sacra. Sul percorso si trova infatti una villa privata la cui costruzione ha certo compromesso l’integrità della zona.»

Ad ovest della città di Orvieto sorgeva il luogo in cui ogni anno, in primavera, i rappresentanti delle 12 città etrusche si riunivano, eleggevano il capo della lega e prendevano decisioni di politica interna e estera. Il Fanum era il massimo santuario in cui si svolgevano, per l’occasione, cerimonie religiose, fiere e mercati – da qui il suo nome -, giochi e spettacoli teatrali; un’area molto ampia nella quale, nella seconda metà dell’Ottocento, sono state ritrovate diverse strutture murarie e terrecotte architettoniche, oggi custodite al Pergamon Museum di Berlino.

Sebbene Tito Livio parli del Fanum Voltumnae non ne ha mai indicato la localizzazione e nei secoli molte città sono state proposte come sedi dell’importante area; gli scavi nella zona di Campo di Fiera, a Orvieto, nel 2006, hanno però permesso di rinvenire il vasto santuario e di identificarlo come il luogo prescelto dalle 12 lucomonie guidate dai re. In tutta l’Etruria non esisteva, infatti, un unico sovrano e le città erano legate in una sorta di confederazione in cui nessuna predominava sull’altra e in cui i vincoli erano prettamente religiosi. A parte i nomi di Porsenna, Muzio Scevola e Clelia, oggi, non si conoscono altri re etruschi così come poche informazioni giungono sulla loro origine, sull’impianto linguistico, sulla vita sociale.

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