Le Terme Taurine di Civitavecchia

 

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di Paola Panetti

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Le Terme Taurine sono un complesso archeologico romano ben conservato che si trova a poca distanza da Civitavecchia. Percorrendo l'A12 si esce a Civitavecchia Nord e si gira a sinistra, dopo poche centinaia di metri si gode della splendida vista sul Tirreno. Le antiche terme sono qui, circondate da un'ombrosa pineta e non lontane dalle vasche della Ficoncella, dove ancora oggi sgorgano calde acque termali in cui è possibile immergersi. L'ingresso all'area archeologica è a pagamento ed è possibile la visita guidata o andare da soli lungo il percorso segnalato in loco. Il complesso è nato probabilmente in età etrusca anche se non restano testimonianze di quell'epoca. Nel I secolo a.C., in piena epoca repubblicana, i romani realizzarono notevoli opere nella superficie delimitata in rosso nella mappa. Gli edifici di epoca repubblicana erano divisi in due tipologie, quelli dedicati ai bagni e quelli dove si svolgevano altre attività connesse come riunioni o massaggi terapeutici. Al complesso si accedeva tramite un peristylium rettangolare (1) alla cui sinistra erano posti piccoli ambienti, detti cubicula diurna (2) dove si riposava dopo il bagno o si praticavano trattamenti curativi. Qui sono riaffiorati i bellissimi mosaici dei pavimenti. Nei pressi dei cubicula c'erano due exedrae ( 3 e 4) con abside semicircolare presumibilmente provvista di sedili e in cui i frequentatori potevano sedere e conversare al riparo delle correnti di aria fredda. Si arriva poi alla zona tipica dei bagni, a partire da tepidarium, il luogo in cui ci si acclimatava prima di entrare nel laconicum (5) o sudatorium, a forma circolare e coperto in origine da una cupola. Qui l'acqua termale consentiva di raggiungere nell'ambiente le massime temperature. Dal laconicum, mediante un corridoio, si giungeva prima ad una latrina, poi a due ambienti che dovevano costituire l'apodyterium (6) o spogliatoio . Successivamente, in ciascuno dei due vani fu creata una vasca da bagno, la più ampia delle quali, con pavimento in mosaico, era in comunicazione con la vasca del calidarium (7). Questo ambiente era destinato al bagno caldo ed aveva una struttura di tipo basilicale, con due file di colonne che lo dividevano in tre navate. La copertura, in un primo tempo a tetto, fu sostituita da una poderosa volta. Sopra di essa fu creata una terrazza praticabile coperta a padiglione con pregevole pavimento marmoreo. Il calidarium veniva alimentato dall'acqua delle terme, convogliata, attraverso un tubo di piombo. La profondità della piscina era di circa 1,20 metri. Tutto l'ambiente era riccamente decorato: rivestimenti marmorei, stucchi figurati con vari soggetti e capitelli ionici. Al centro della grande abside era ricavata una nicchia rettangolare, fiancheggiata da due mensole che sorreggevano le colonnine: un'edicola o larario, ove era esposto il simulacro della divinità tutelare delle acque. Nei pressi dell'edicola fu ritrovata l'ara in marmo lunense dedicata da Alcibiade, liberto dell'imperatore Adriano, alle ninfe tutelari delle acque.

Una delle Exedrae delle terme repubblicane. Si noti la parte absidale, luogo di conversazione

  Il criptoportico

  Mosaici del pavimento dei cubicula

  Ambienti adiacenti la Biblioteca di incerta identificazione

  Mosaici del pavimento dei cubicula

  La Biblioteca

  Mosaici del pavimento dei cubicula

  Il calidarium di età imperiale

  Il calidarium di epoca repubblicana con vasca al centro e struttura di tipo basilicale con due file di colonne

  L'esterno del calidarium di età imperiale

  Pavimento a mosaico di un edificio di epoca repubblicana

  Scorcio del complesso termale di età imperiale

 

  Il laconicum o sudatorio delel terme repubblicane

  Il tepidarium delle terme repubblicane

Scorcio del complesso termale di età imperiale 

Il tepidarium di età imperiale 

 

A Sud del calidarium è un piccolo frigidarium (8) creato forse in epoca flavia (seconda metà del primo secolo d. C.): la vasca doveva essere alimentata con l'eccesso di acqua proveniente dal calidarium. Il settore più recente delle terme, quello di età imperiale adrianea, è decisamente meglio conservato e presenta ancora l'alzato e talvolta il soffitto degli imponenti edifici. Il calidarium imperiale (9) era di grandi dimensioni: lungo 23 metri e largo 10,70 metri conteneva una grande piscina che occupava quasi tutto l'ambiente. Sia la vasca che le pareti erano rivestite da lastre di marmo bianco, mentre una successione di nicchie quadrate alternate a quelle a semicerchio alleggerivano la struttura. La grande vasca veniva alimentata grazie ad un sistema di tubature che conducevano acqua termale alla temperatura di 47°. Attraverso altri vani si giungeva al tepidarium (12), con grande volta interamente conservata. Nella parte anteriore era una vasca da bagno con due nicchie superiori per la collocazione di statue, mentre in un ampio spazio a profilo semicircolare era una seconda vasca. All'aperto era collocato il frigidarium (11), con una piscina lunga circa 10 m., cui si accedeva mediante 3 gradini, l'ultimo dei quali formava un sedile lungo le pareti della medesima vasca.

A Sud della strada antica che portava a Tolfa permangono ancora resti, sempre pertinenti al complesso termale e riferibili ad una biblioteca (13)  con i suoi annessi posti simmetricamente ai lati e tra loro intercomunicanti. Al centro c'era la grande sala con 8 nicchie rettangolari, alte dal pavimento circa 60 cm, ove erano collocati gli scaffali per i libri. L'ambiente aveva 12 colonne marmoree scanalate. Vi si accedeva tramite un portico e poi, mediante una scala, si giungeva al criptoportico (14) creato per passeggiare al coperto. Sempre ad occidente, a conclusione del criptoportico, erano alcuni vani di disimpegno, mentre più ampia era una sala adibita alla conversazione o almeno alla rappresentanza. Adiacente alla sala si trovava una successione di piccoli ambienti di incerta identificazione. Ad est del criptoportico si aprivano ben 9 vani che affacciavano su un passaggio di disimpegno. Sul lato sud-ovest del complesso c'era un'ampia zona aperta, un giardino su cui si affacciava una sala di grandi dimensioni.
 

Sopra di essa fu creata una terrazza praticabile coperta a padiglione con pregevole pavimento marmoreo. Il calidarium veniva alimentato dall'acqua delle terme, convogliata, attraverso un tubo di piombo. La profondità della piscina era di circa 1,20 metri. Tutto l'ambiente era riccamente decorato: rivestimenti marmorei, stucchi figurati con vari soggetti e capitelli ionici. Al centro della grande abside era ricavata una nicchia rettangolare, fiancheggiata da due mensole che sorreggevano le colonnine: un'edicola o larario, ove era esposto il simulacro della divinità tutelare delle acque. Nei pressi dell'edicola fu ritrovata l'ara in marmo lunense dedicata da Alcibiade, liberto dell'imperatore Adriano, alle ninfe tutelari delle acque. A Sud del calidarium è un piccolo frigidarium (8) creato forse in epoca flavia (seconda metà del primo secolo d. C.): la vasca doveva essere alimentata con l'eccesso di acqua proveniente dal calidarium. Il settore più recente delle terme, quello di età imperiale adrianea, è decisamente meglio conservato e presenta ancora l'alzato e talvolta il soffitto degli imponenti edifici. Il calidarium imperiale (9) era di grandi dimensioni: lungo 23 metri e largo 10,70 metri conteneva una grande piscina che occupava quasi tutto l'ambiente. Sia la vasca che le pareti erano rivestite da lastre di marmo bianco, mentre una successione di nicchie quadrate alternate a quelle a semicerchio alleggerivano la struttura. La grande vasca veniva alimentata grazie ad un sistema di tubature che conducevano acqua termale alla temperatura di 47°. Attraverso altri vani si giungeva al tepidarium (12), con grande volta interamente conservata. Nella parte anteriore era una vasca da bagno con due nicchie superiori per la collocazione di statue, mentre in un ampio spazio a profilo semicircolare era una seconda vasca. All'aperto era collocato il frigidarium (11), con una piscina lunga circa 10 m., cui si accedeva mediante 3 gradini, l'ultimo dei quali formava un sedile lungo le pareti della medesima vasca.

A Sud della strada antica che portava a Tolfa permangono ancora resti, sempre pertinenti al complesso termale e riferibili ad una biblioteca (13)  con i suoi annessi posti simmetricamente ai lati e tra loro intercomunicanti. Al centro c'era la grande sala con 8 nicchie rettangolari, alte dal pavimento circa 60 cm, ove erano collocati gli scaffali per i libri. L'ambiente aveva 12 colonne marmoree scanalate. Vi si accedeva tramite un portico e poi, mediante una scala, si giungeva al criptoportico (14) creato per passeggiare al coperto. Sempre ad occidente, a conclusione del criptoportico, erano alcuni vani di disimpegno, mentre più ampia era una sala adibita alla conversazione o almeno alla rappresentanza. Adiacente alla sala si trovava una successione di piccoli ambienti di incerta identificazione. Ad est del criptoportico si aprivano ben 9 vani che affacciavano su un passaggio di disimpegno. Sul lato sud-ovest del complesso c'era un'ampia zona aperta, un giardino su cui si affacciava una sala di grandi dimensioni.

 

 

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