Le Terme Taurine sono un complesso archeologico
romano ben conservato che si trova a poca distanza da
Civitavecchia. Percorrendo l'A12 si esce a Civitavecchia Nord e si
gira a sinistra, dopo poche centinaia di metri si gode della
splendida vista sul Tirreno. Le antiche terme sono qui,
circondate da un'ombrosa pineta e non lontane dalle vasche della
Ficoncella, dove ancora oggi sgorgano calde acque termali in cui
è possibile immergersi. L'ingresso all'area archeologica è a
pagamento ed è possibile la visita guidata o andare da soli
lungo il percorso segnalato in loco. Il complesso è nato
probabilmente in età etrusca anche se non restano testimonianze
di quell'epoca. Nel I secolo a.C., in piena epoca repubblicana,
i romani realizzarono notevoli opere nella superficie delimitata
in rosso nella mappa. Gli edifici di epoca repubblicana erano
divisi in due tipologie, quelli dedicati ai bagni e quelli dove
si svolgevano altre attività connesse come riunioni o massaggi
terapeutici. Al complesso si accedeva tramite un peristylium
rettangolare (1) alla cui sinistra erano posti piccoli ambienti,
detti cubicula diurna (2) dove si riposava dopo il
bagno o si praticavano trattamenti curativi. Qui sono
riaffiorati i bellissimi mosaici dei pavimenti. Nei pressi dei
cubicula c'erano due exedrae ( 3 e 4) con abside
semicircolare presumibilmente provvista di sedili e in cui i
frequentatori potevano sedere e conversare al riparo delle
correnti di aria fredda. Si arriva poi alla zona tipica dei
bagni, a partire da tepidarium, il luogo in cui ci si
acclimatava prima di entrare nel laconicum (5) o
sudatorium, a forma circolare e coperto in origine da una
cupola. Qui l'acqua termale consentiva di raggiungere
nell'ambiente le massime
temperature.
Dal laconicum, mediante un corridoio, si giungeva prima
ad una latrina, poi a due ambienti che dovevano costituire l'apodyterium
(6) o spogliatoio . Successivamente, in ciascuno dei due
vani fu creata una vasca da bagno, la più ampia delle quali, con
pavimento in mosaico, era in comunicazione con la vasca del
calidarium (7). Questo ambiente era destinato al bagno caldo
ed aveva una struttura di tipo basilicale, con due file di
colonne che lo dividevano in tre navate. La copertura, in un
primo tempo a tetto, fu sostituita da una poderosa volta. Sopra di
essa fu creata una terrazza praticabile coperta a padiglione con
pregevole pavimento marmoreo. Il calidarium veniva
alimentato dall'acqua delle terme, convogliata, attraverso un
tubo di piombo. La profondità della piscina era di circa 1,20
metri. Tutto l'ambiente era riccamente decorato: rivestimenti
marmorei, stucchi figurati con vari soggetti e capitelli ionici.
Al centro della grande abside era ricavata una nicchia
rettangolare, fiancheggiata da due mensole che sorreggevano le
colonnine: un'edicola o larario, ove era esposto il simulacro
della divinità tutelare delle acque. Nei pressi dell'edicola fu
ritrovata l'ara in marmo lunense dedicata da Alcibiade, liberto
dell'imperatore Adriano, alle ninfe tutelari delle acque.
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A Sud
del calidarium è un piccolo frigidarium (8) creato
forse in epoca flavia (seconda metà del primo secolo d. C.): la
vasca doveva essere alimentata con l'eccesso di acqua
proveniente dal calidarium. Il settore più
recente delle terme, quello di età imperiale adrianea, è
decisamente meglio conservato e presenta ancora l'alzato e
talvolta il soffitto degli imponenti edifici.
Il
calidarium imperiale (9) era di grandi dimensioni: lungo 23
metri e largo 10,70 metri conteneva una grande piscina che
occupava quasi tutto l'ambiente. Sia la vasca che le pareti
erano rivestite da lastre di marmo bianco, mentre una
successione di nicchie quadrate alternate a quelle a semicerchio
alleggerivano la struttura. La grande vasca veniva alimentata
grazie ad un sistema di tubature che conducevano acqua termale
alla temperatura di 47°. Attraverso altri vani si giungeva al
tepidarium (12), con grande volta interamente conservata.
Nella parte anteriore era una vasca da bagno con due nicchie
superiori per la collocazione di statue, mentre in un ampio
spazio a profilo semicircolare era una seconda vasca. All'aperto
era collocato il frigidarium (11), con una piscina lunga
circa 10 m., cui si accedeva mediante 3 gradini, l'ultimo dei
quali formava un sedile lungo le pareti della medesima vasca.
A Sud della
strada antica che portava a Tolfa permangono ancora resti,
sempre pertinenti al complesso termale e riferibili ad una
biblioteca (13) con i suoi annessi posti simmetricamente
ai lati e tra loro intercomunicanti. Al centro c'era la grande
sala con 8 nicchie rettangolari, alte dal pavimento circa 60 cm,
ove erano collocati gli scaffali per i libri. L'ambiente aveva
12 colonne marmoree scanalate. Vi
si accedeva tramite un portico e poi, mediante una scala, si
giungeva al criptoportico (14) creato per passeggiare al
coperto.
Sempre ad occidente, a conclusione del criptoportico,
erano alcuni vani di disimpegno, mentre più ampia era una sala
adibita alla conversazione o almeno alla rappresentanza.
Adiacente alla sala si trovava una successione di piccoli
ambienti di incerta identificazione. Ad est del criptoportico si
aprivano ben 9 vani che affacciavano su un passaggio di
disimpegno. Sul lato sud-ovest del complesso c'era un'ampia zona
aperta, un giardino su cui si affacciava una sala di grandi
dimensioni.
Sopra di
essa fu creata una terrazza praticabile coperta a padiglione
con pregevole pavimento marmoreo. Il calidarium
veniva alimentato dall'acqua delle terme, convogliata,
attraverso un tubo di piombo. La profondità della piscina
era di circa 1,20 metri. Tutto l'ambiente era riccamente
decorato: rivestimenti marmorei, stucchi figurati con vari
soggetti e capitelli ionici. Al centro della grande abside
era ricavata una nicchia rettangolare, fiancheggiata da due
mensole che sorreggevano le colonnine: un'edicola o larario,
ove era esposto il simulacro della divinità tutelare delle
acque. Nei pressi dell'edicola fu ritrovata l'ara in marmo
lunense dedicata da Alcibiade, liberto dell'imperatore
Adriano, alle ninfe tutelari delle acque. A Sud del
calidarium è un piccolo frigidarium (8) creato
forse in epoca flavia (seconda metà del primo secolo d. C.):
la vasca doveva essere alimentata con l'eccesso di acqua
proveniente dal calidarium. Il settore
più recente delle terme, quello di età imperiale adrianea, è
decisamente meglio conservato e presenta ancora l'alzato e
talvolta il soffitto degli imponenti edifici. Il
calidarium imperiale (9) era di grandi dimensioni: lungo
23 metri e largo 10,70 metri conteneva una grande piscina
che occupava quasi tutto l'ambiente. Sia la vasca che le
pareti erano rivestite da lastre di marmo bianco, mentre una
successione di nicchie quadrate alternate a quelle a
semicerchio alleggerivano la struttura. La grande vasca
veniva alimentata grazie ad un sistema di tubature che
conducevano acqua termale alla temperatura di 47°.
Attraverso altri vani si giungeva al tepidarium (12),
con grande volta interamente conservata. Nella parte
anteriore era una vasca da bagno con due nicchie superiori
per la collocazione di statue, mentre in un ampio spazio a
profilo semicircolare era una seconda vasca. All'aperto era
collocato il frigidarium (11), con una piscina lunga
circa 10 m., cui si accedeva mediante 3 gradini, l'ultimo
dei quali formava un sedile lungo le pareti della medesima
vasca.
A Sud della
strada antica che portava a Tolfa permangono ancora resti,
sempre pertinenti al complesso termale e riferibili ad una
biblioteca (13) con i suoi annessi posti
simmetricamente ai lati e tra loro intercomunicanti. Al
centro c'era la grande sala con 8 nicchie rettangolari, alte
dal pavimento circa 60 cm, ove erano collocati gli scaffali
per i libri. L'ambiente aveva 12 colonne marmoree scanalate.
Vi
si accedeva tramite un portico e poi, mediante una scala, si
giungeva al criptoportico (14) creato per passeggiare al
coperto.
Sempre ad occidente, a conclusione del criptoportico,
erano alcuni vani di disimpegno, mentre più ampia era una
sala adibita alla conversazione o almeno alla
rappresentanza. Adiacente alla sala si trovava una
successione di piccoli ambienti di incerta identificazione.
Ad est del criptoportico si aprivano ben 9 vani che
affacciavano su un passaggio di disimpegno. Sul lato
sud-ovest del complesso c'era un'ampia zona aperta, un
giardino su cui si affacciava una sala di grandi dimensioni.
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