L'antico abitato di Monterano

Il fascino della città abbandonata

 

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di Giacomo Mazzuoli

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CHIESA E CONVENTO DI SAN BONAVENTURA CHIESA E CONVENTO DI SAN BONAVENTURA PORTA DI SAN BONAVENTURA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA PORTA PRADELLA CASTELLO ALTIERI CASTELLO ALTIERI FONTANA DEL LEONE CHIESA DI SAN ROCCO CHIESA DI SAN ROCCO ACQUEDOTTO ACQUEDOTTO

 


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I resti dell'antico abitato di Monterano ci parlano di un borgo fiorente, con tre chiese, un possente palazzo baronale alla cui architettura ha contribuito addirittura il Bernini, un convento, una scuola, dei granai, un ardito acquedotto e tre porte. Oggi qui non c'è più anima viva, sono rimasti solo ruderi che a malapena sfuggono alla vegetazione rigogliosa. Non fosse per l'opera di conservazione delle memorie del passato in atto da quando è stata istituita la Riserva Naturale Monterano forse non sarebbe nemmeno possibile immaginare luoghi e vicende di una storia che non è poi tanto remota.

Il luogo è di probabile origine etrusca. Dopo il periodo romano e le invasioni barbariche, nel VII secolo, nelle antiche cronache delle sedi vescovili del ducato romano, Monterano (Manturanium) è citata come diocesi che verrà unita a quella di Sutri nel X secolo. Nel 954 papa Agapito II dona il possedimento all'abbazia di San Paolo fuori le Mura di Roma. Monterano fu famosa per la produzione del vino Alicante, riservato alla mensa di alcuni papi tra cui Paolo II e Paolo III: era rinomato perché i vitigni crescevano su un... ”terreno molto forte e tufato, et è luogo calido, rispetto alle grandissime selve che lo circondano, et anco in molti luoghi il terreno dove si piantano le vigne per la sua calidità sente il zolfo...” (da una lettera del bottigliere del papa Paolo III, 1549). Verso la fine del XIII secolo il luogo è condiviso tra Gentile da Monterano e la famiglia degli Anguillara. Dopo una lunga serie di passaggi Monterano diviene dominio degli Orsini che ne sfruttano la ricchezza mineraria dell'allume. Nel 1671 l'ultimo passaggio, ovvero la vendita del possedimento alla famiglia Altieri che ebbe il merito di ristrutturare la città donandogli l'aspetto che oggi conosciamo. Il paese cominciò a spopolarsi nel secolo successivo, soprattutto a causa della malaria, che in quel periodo uccideva più delle guerre e fu abbandonato completamente dopo essere stato messo a ferro e fuoco dai soldati francesi nel 1798. I superstiti si rifugiarono nella vicina Canale e il luogo deperì velocemente, divenendo anche cava di pietra per nuove abitazioni.

 

 

 

 

 

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