I resti dell'antico abitato di Monterano ci parlano di un borgo
fiorente, con tre chiese, un possente palazzo baronale alla cui
architettura ha contribuito addirittura il Bernini, un
convento, una scuola, dei granai, un ardito acquedotto e tre
porte. Oggi qui non c'è più anima viva, sono rimasti solo
ruderi che a malapena sfuggono alla vegetazione rigogliosa. Non
fosse per l'opera di conservazione delle memorie del passato in
atto da quando è stata istituita la Riserva Naturale Monterano forse non
sarebbe nemmeno possibile immaginare luoghi e vicende di una storia
che non è poi tanto remota.
Il luogo è di probabile origine etrusca. Dopo il periodo
romano e le invasioni barbariche, nel VII secolo, nelle antiche
cronache delle sedi vescovili del ducato romano, Monterano (Manturanium)
è citata come diocesi che verrà unita a quella di Sutri nel X
secolo. Nel 954 papa Agapito II dona il possedimento
all'abbazia di San Paolo fuori le Mura di Roma. Monterano fu famosa per la produzione del vino Alicante,
riservato alla mensa di alcuni papi tra cui Paolo II e Paolo
III: era rinomato perché i vitigni crescevano su un... ”terreno molto forte e tufato, et è luogo calido, rispetto alle
grandissime selve che lo circondano, et anco in molti luoghi il
terreno dove si piantano le vigne per la sua calidità sente il
zolfo...” (da una lettera del bottigliere del papa Paolo III,
1549). Verso la fine
del XIII secolo il luogo è condiviso tra Gentile da Monterano e
la famiglia degli Anguillara. Dopo una lunga serie di passaggi
Monterano diviene dominio degli Orsini che ne sfruttano la ricchezza
mineraria dell'allume. Nel 1671 l'ultimo passaggio, ovvero la
vendita del possedimento alla famiglia Altieri che ebbe il
merito di ristrutturare la città donandogli l'aspetto che oggi
conosciamo. Il paese
cominciò a spopolarsi nel secolo successivo, soprattutto a
causa della malaria, che in quel periodo uccideva più delle
guerre e fu abbandonato completamente dopo essere stato messo a
ferro e fuoco dai soldati francesi nel 1798. I superstiti si
rifugiarono nella vicina Canale e il luogo deperì velocemente,
divenendo anche cava di pietra per nuove abitazioni.
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