I Giochi erano esclusivamente gare individuali,
infatti, non si conoscono competizioni di squadre. La prima gara di
tale programma competitivo era la corsa, cui seguiva altre
specialità. La corsa era la competizione principe, non solo, perché
era la prima ad essere eseguita, ma permetteva al vincitore di dare
il nome all’Olimpiade. Le specialità erano tre dalle tecniche e stili
differenti: “stadion”; “diaulos”; “dolichos”, paragonabili alle corse
veloce, mezzofondo e fondo. Un’altra specialità è l’ “oplitodromìa”
(corsa degli opliti) eseguita indossando elmo, schinieri, scudo e
lancia. Il salto in lungo era eseguito con l’accompagnamento del
flauto che cadenzava il ritmo e favoriva la concentrazione. La
ricostruzione del salto in antico è un po' complicato, dal momento
che venivano utilizzati gli halteres, una sorta di manubri, in piombi
o pietra, con lo scopo di prolungare il lancio e mantenere
l’equilibrio durante l’esecuzione. Il lancio del disco e del
giavellotto hanno una loro derivazione dalla pratica militare. Anche
il primo aveva un accompagnamento musicale e l’atleta, dopo lo studio
della traiettoria, ruotava tutto il corpo e alla fine, appoggiandosi
alla gamba destra, eseguiva il lancio, il cui esempio era
rappresentato dal “Discobolo Lancellotti”, copia del “Discobolo di
Mirone”.
La tecnica del giavellotto era simile all’attuale con la differenza
che all’asta veniva legato un laccio che l’atleta teneva tra le dita
per darne una maggiore stabilità.
Nel pugilato gli atleti erano scelti sulla base di alcuni parametri
come statura e peso, ed il combattimento aveva termine solo quando
uno dei due atleti cadeva al suolo, quindi non conosceva
interruzioni.
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Anfora. Ceramica attica a figure nere,
Necropoli dell'Osteria, Tomba della Panatenaica.
Decenni finali del VI secolo a.C.
Vulci, Museo Nazionale |
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Kantharos in bucchero pesante,
Necropoli dell'Osteria, Tomba della Panatenaica
VI sec. a.C.
Vulci, Museo Nazionale
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