di Giacomo Mazzuoli

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Santa Marinella


 
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Grande peschiera romana in loc. Punta della Vipera (foto di Dedo)

S. Marinella, che oggi è una rinomata località turistica di mare a nord di Roma, ha ospitato in passato un insediamento etrusco e uno dei porti della vicina Cerveteri, quello di Punicum.

Tutto potrebbe aver avuto origine da Castellina del Marangone, una località che si trova su una collinetta a 130 mt sul livello del mare nei pressi della riva sinistra dell'omonimo torrente. L’altura,  conserva i resti di un insediamento etrusco, racchiuso da mura costruite con blocchi squadrati di pietra locale. La struttura della necropoli collegata all’abitato etrusco della Castellina, che si estende praticamente da tutti i lati del colle, è piuttosto particolare. Qui gli etruschi, infatti, data la durezza della roccia del sottosuolo, preferirono costruire esternamente le tombe. Le strutture occupano una superficie di 200 ettari e sono disposte a gruppi in forma di tumuli con al centro le camere funerarie.
Le camere, oggi purtroppo distrutte, erano poste a poca profondità, formate da grandi lastroni che coprivano i tetti delle tombe e con l’ingresso chiuso da lastre di pietra, con il dromos che ne consentiva l’accesso.
I tumuli, di circa 10 metri di diametro ma che potevano raggiungere anche i 45 metri, erano delimitati da lastre di pietra che ne costituivano il basamento e che a loro volta erano ricoperte artificialmente da terreno che conferiva a questi piccoli monumenti l’aspetto di piccolo colline.

Più a valle, in località Punta della Vipera, nei pressi della ferrovia, si trovano i resti di un tempio del VI secolo a.C. che doveva essere dedicato a Minerva. Dagli scavi si è recuperato parte del frontone fittile, una stipe votiva piena di monete,utensili e terrecotte antropomorfe usate come ex voto. Importante è anche il ritrovamento di una lamella di piombo delle dimensioni originarie di 3x12cm circa con iscrizioni su ambo i lati. Questa lamina (conservata al Museo di Villa Giulia) presenta una serie di precetti su come eseguire un rito propiziatorio ed è risalente al V secolo a.C.

 


Scavi archeologici in loc. Castellina del Marangone
Scavi archeologici in loc. Castellina del Marangone


Pianta del santuario etrusco di Castellina del Marangone
Pianta del santuario etrusco di Castellina del Marangone


Disegno della lamina di piombo con iscrizioni scoperta presso il tempio di punta della Vipera Pianta della peschiera romana di punta della Vipera
Disegno della lamina di piombo con iscrizioni scoperta presso il tempio di punta della Vipera Pianta della peschiera romana di punta della Vipera
Peschiere romane nei pressi della villa delle Guardiole (foto di Dedo) Peschiere romane nei pressi della villa delle Guardiole (foto di Dedo)
Peschiere romane nei pressi della villa delle Guardiole (foto di Dedo)

 Resti di villa romana alle Grottacce (foto di Dedo)
Resti di villa romana alle Grottacce (foto di Dedo)

Nella stessa località, in mare, è riconoscibile una grande peschiera, in buone condizioni di conservazione, costruita su banchi di pietraforte affioranti sul livello del mare: uno dei più completi ed interessanti esempi di peschiera romana visibili lungo l'intero litorale tirrenico a Nord di Roma. Si conserva un notevole bacino rettangolare, lungo m. 48 e largo m. 30, difeso dal mare da un molo frangiflutti in opera cementizia, costituito da tre bracci ortogonali spessi circa 3 metri. L'impianto, destinato all'allevamento di pesci e molluschi, costruito forse alla fine del I secolo a.C., si articola in diverse vasche rettangolari distribuite attorno a un grande bacino circolare centrale di oltre 20 metri di diametro.
  
Alcuni chilometri più a sud, sempre in riva al mare, si trovano i resti della villa romana delle Grottacce,
così denominata per i ruderi delle cisterne che erano usate per la raccolta dell'acqua e che nei primi del novecento venivano appunto chiamate "grottacce" dagli abitanti del luogo.  La villa era costruita su due livelli, ma solo quello seminterrato è sopravvissuto all'erosione del tempo. Il piano  presenta perimetralmente e al suo interno un totale di quattordici cisterne con volta a botte,questo numero così elevato indica che non erano usate solo per la vita nella dimora, ma anche come ricambio d'acqua da usare per la peschiera. Una parte di queste cisterne vennero, col secondo rifacimento della villa, trasformate in magazzini per lo stoccaggio delle derrate alimentari.

Al Km 64,600 della SR Aurelia si trovano i resti della Villa delle Guardiole,era molto grande e copriva un'area di circa mezzo ettaro.  La struttura possedeva anche un impianto termale,le cui vasche sono ancora visibili. Opposte e appartenenti alla villa ,presso la foce del fosso delle Guardiole, sono poi due peschiere usate per l'allevamento del pesce. Oggi sono sommerse dal mare e visibili solo dall'alto o con la bassa marea. La prima è di forma  rettangolare con  un lato corto a forma di arco, la seconda è stata costruita su un precedente rudere di un porto, forse di epoca etrusca e/o comunque attinente alla fondazione di Castrun Novum nel III sec. a.C. Alla peschiera composta di due vasche era congiunto un muro di larghezza tra 1.5-2m che serviva da piccolo molo per le imbarcazioni. Tutta la struttura aveva le dimensioni di 65x60m, mentre la peschiera più grande, divisa internamente in cinque vasche misura 35x18.6m.

 

 

 

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