Marco è il secondo evangelista. Doveva
appartenere ad una famiglia agiata; sua madre, Maria, possedeva in
Gerusalemme una casa assai vasta da poter accogliere “molti fedeli”; ivi
si rifugiò Pietro appena liberato dal carcere (Atti12, 11 ss). Marco era
cugino germano di Barnaba, levita, che godeva grande autorità nella
chiesa nascente.
Nel primo viaggio apostolico (45-49) marco segue Barnaba e Paolo ad
Antiochia, a Cipro e in Panfilia; ma a Perge si separò da loro(non
sappiamo per quale motivo) e se ne ritornò a Gerusalemme. Per il secondo
viaggio apostolico (50-52) Barnaba voleva prendere con se anche Marco,
ma Paolo giudicò più conveniente non dovessero prendere con loro colui
che li aveva abbandonati fin dalla Panfilia e che non li aveva
accompagnati nell’opera loro.
Ne nacque un tale dissenso che si separarono l’uno dall’altro, sicchè
Barnaba preso con sé Marco si imbarcò per Cipro(Atti 5, 37-39). Nel
61-64 Marco si trova a Roma con San Poalo prigioniero per la prima
volta, come suo collaboratore. Nel 63-64 marco figura ancora a Roma con
Pietro che lo considera non solo suo collaboratore ma “suo
figlio”(1Pietro 5, 13). Alcune fonti, presentano Marco come vescovo di
Alessandria (Egitto). Si ritiene morto martire (festa il 25 Aprile
–Venezia si gloria di custodirne il corpo.
DATAZIONE DELLO SCRITTO DI MARCO.
Si è propensi a collegare la datazione di questo scritto, con la
presenza di Marco a Roma, al seguito di Pietro che era assai più
disponibile. Se il capo degli apostoli è stato martirizzato circa l’anno
67 a Roma, dopo aver svolto la sua attività nelle capitale dell’impero
romano per non meno di 10-15 anni, si risale di nuovo agli anni 50, cioè
ad una ventina di anni dopo il ritorno di Gesù al Padre.
Di certo il vangelo di Marco era già noto alla fine del sc. I : ne
parlano infatti Papia e S. Ireneo, vissuti nel primo e secondo secolo.
Non vi sono discordanze, nel ritenere Roma, come luogo di composizione.
FONTI DA CUI FU RICAVATO LO SCRITTO:
basterebbe l’antica denominazione di vangelo di s. Pietro, a far capire
che si tratta di materiale di prima mano. Marco stesso aveva conosciuto
personalmente Gesù, fin da ragazzo, a casa sua, dove era stato accolto
svariate volte e non solo in occasione delle ricorrenze pasquali
ebraiche.
Al resto, l’autore supplì con i DETTI DEL SIGNORE, o loghia, e con
materiale derivato dai racconti che circolavano tra i primi cristiani
della Palestina: quelli sui discorsi di Gesù, sulla serie di miracoli
operati da Lui; ma soprattutto quelli che riportavano le scene
commoventi della sua passione, morte e resurrezione. (prossimo: scopo
del vangelo di Marco).
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